Siamo nella settimana che ci condurrà al ferragosto 2023 e la città di Terracina non sembra vivere una stagione turistica confacente alla sua consolidata e ultra decennale storia.
Ma si sa i tempi, le mode, il gradimento del moderno turista non riconoscono in eterno quello che si è stati in tempi ormai trapassati.
Ma se il turismo si evolve velocemente con nuove e più moderne esigenze, cosa ha fatto Terracina negli ultimi decenni per entrare in contatto con questi nuovi flussi?
Cetto la Qualunque avrebbe detto: “una beata minchia” … e come dargli torto?
Ma al di là delle facili battute, c’è comunque una verità inconfutabile: Terracina qualcosa ha fatto per attrarre nuovi flussi in città: è diventata dal 2012 la capitale regionale del beverage a costi accessibili per tutte le tasche, ma con devastanti ricadute sociali e di ordine pubblico.
Non si offenda nessuno: ma questo è stato ed ancora oggi è!
Una grave problematica che dovrebbe trovare soluzione politica prima che la città sprofondi definitivamente nell’oblio alcolico.
Quello che in questa puntata invece ci preme evidenziare, è chiudere il cerchio sullo stato dei luoghi: dal Ponte Rosso fino al Ponte del Salvatore.
E’ questa una zona importante perché precede l’accesso al centro storico basso di Terracina ed è la porta d’ingresso in città transitando da nord.
Area che evidenzia in maniera lampante tutte le difficoltà che sono comuni anche ad altre zone del territorio comunale.
In questo breve tratto di strada incontriamo: la scomparsa della pista ciclabile, la deficitaria gestione delle erbe infestanti provenienti dagli argini del fiume Linea Pio VI, i parcheggi selvaggi, anche sull’ormai fantasma Pista Ciclabile, costata, peraltro, una cifra enorme di denaro pubblico.
Buon ferragosto.
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