Terracina per tanti, forse troppi cittadini, vive con insufficienti richiami alla memoria storica e contemporanea, che pure caratterizza il suo chilometrico annales.
La città nel corso degli anni ha vissuto storie ed eventi la cui piena conoscenza consentirebbe di comprendere meglio in quale ambiente si vive.
Per nostro conto ci siamo assunti l’onore e l’onere di aggiungere qualche piccolo tassello nel tentativo di rafforzare la coscienza e la conoscenza collettiva.
Tra le vicende da rievocare scegliamo oggi quella che ha portato Terracina a ottenere sul Gonfalone e lo Stemma del Comune il titolo di “Città”.
E’ un episodio storico risalente al regime fascista (1937), quando il Presidente del Consiglio e Duce d’Italia Benito Mussolini, firmò il decreto di conferimento dell’ambito riconoscimento.
Nell’anno 2002 il segretario comunale, la buonanima di Marino Martino, decise di far cercare nell’archivio storico il prezioso documento (trovato non senza difficoltà), mentre l’amministrazione comunale guidata da Stefano Nardi in una cerimonia ufficiale informò del fatto i cittadini e contestualmente fece ripristinare l’intestazione “Città di Terracina” su tutti i documenti cartacei e digitali dell’Ente al posto di “Comune di Terracina”.
Proponiamo, di seguito e in stralcio, un comunicato stilato dall’Ufficio Stampa dall’Ente comunale a compendio dell’evento pubblico.
e.l.
STEMMA, GONFALONE E TITOLO DI CITTA’
Dopo tantissimi anni d’oblio nel 2002 è stata rintracciata nell’archivio storico del Comune un decreto datato 9 settembre 1937 a firma di Benito Mussolini, all’epoca Presidente del Consiglio dei Ministri, che conferiva oltre allo Stemma e Gonfalone anche il titolo di “Città” a Terracina.
Concessione destinata, in linea generale, ai “Comuni celebri per ricordi e monumenti con popolazione non inferiore ai 10.000 abitanti, in possesso di ogni servizio pubblico, in particolare quelli dell’assistenza, istruzione e beneficenza (art. 32 R.D. 7.6.1943 n.651 art. 40 R.D. 21.6.1929 n.41)”, e regolata dalla stessa legislazione attinente ai titoli nobiliari e alla Consulta Araldica.
Un titolo che costituiva un lusinghiero riconoscimento e di benemerenza che non tutti i Comuni italiani potevano fregiarsi.
Se la competenza al riconoscimento del titolo durante l’epoca fascista apparteneva al Presidente del Consiglio dei Ministri, con l’avvento della Repubblica la prerogativa passò ai presidenti pro tempore per l’inserimento in Costituzione della XIV disposizione transitoria, che abrogava, di fatto, il D.P.R. 61/1929 emanato dal Regime.
Con il passaggio alla democrazia repubblicana vennero meno le tre imprescindibili condizioni per ottenere il titolo di “Città”, aprendo, di fatto, le porte anche a Comuni con bassa densità demografica e con scarso patrimonio storico.
Ultima annotazione: con la concessione da parte di Mussolini del titolo di “Città” Terracina entrò nella ristretta cerchia dei comuni della fondata Provincia di Littoria beneficiati dal riconoscimento.
e.l.