In questo improbabile tempo pre elettorale, abbiamo letto e sentito da più parti dello stato comatoso in cui verserebbe l’ospedale Fiorini di Terracina.
Grida provenienti da diversi esponenti di partiti politici, oggi candidati ad un posto in regione Lazio, che negli ultimi anni hanno amministrato, direttamente o indirettamente le sorti della comunità terracinese.
Riflessioni e accuse lanciate nell’etere elettorale come se la storia per ottenere una buona sanità passasse per le esclusive politiche di competenza regionale, e nulla in capo alle possibilità di incidere in maniera positiva per i consiglieri provinciali e comunali, per i presidenti di provincia e per i 33 sindaci della provincia pontina.
Ed è poi oltremodo strano che molti degli “alluccatori indefessi” di oggi sono gli stessi amministratori pubblici dell’altro giorno.
Quelli che nulla o poco hanno fatto affinché il diritto dei cittadini si potesse saldasse ad un sistema sanitario all’altezza di un paese civile.
Un diritto che andava difeso a spada tratta, senza posizioni di natura politica che fosse di destra o di sinistra e non strappandosi le vesti solo nel periodo elettorale.
Da questo irrispettoso contesto non salviamo neanche chi, con posizioni pubbliche da parvenu, ha prodotto più danni che benefici al sistema sanitario locale e all’utenza territoriale di riferimento.
Considerato, infine, che nessuno di questi enunciati soggetti ha una dote vera di credibilità, ci permettiamo di dedicare loro una vignetta di satira terracinese relativa allo scippo, in illo tempore perpetrato, del fu reparto di ostetricia e ginecologia del nosocomio terracinese.
Una battaglia cavalcata per anni da molti candidati a tutti i livelli elettorali possibili e mai risolta.
Per incapacità nel sostenere la rappresentanza politica consegnata dagli elettori agli eletti?
Il dubbione assale i lucidi di mente.
I commenti non sono chiusi.