Nell’attesa di formalizzare la candidatura di Armando Cusani per le elezioni al Parlamento Europeo, ieri c’è stata la sua prima uscita ufficiale a Terracina.
L’occasione è stata oltremodo importante, perché a discutere del tema “Verso la costruzione di un’Europa a misura di giovani”, presso l’ampia sala congressi della “Torre del Sole”, di ragazzi, c’è n’erano davvero tanti.
Questo anche per merito degli organizzatori: il circolo terracinese della “Giovane Italia” che per giorni si è speso, affinchè, tutto potesse essere all’altezza di una grande evento.
C’è da registrare che gli interventi che si sono succeduti hanno avuto uno spessore di approfondimento ai temi europei non retorico.
E tutti, a iniziare da Alessandro Colorio (coordinatore regionale di Forza Italia) proseguendo con il contributo di Matteo Guidoni (dirigente nazionale Giovane Italia) del consigliere regionale Giuseppe Simeone, del coordinatore regionale Claudio Fazzone, sino a terminare con la chiusa finale di Armando Cusani, hanno centrato pienamente gli obiettivi di discussione.
Cusani ha poi voluto esprime, all’interno del suo articolato ragionamento, un concetto fondamentale: “l’Europa deve passare da un pensiero ad un sentimento, questa deve essere la premessa fondamentale per pensare a un futuro migliore e diverso, che in qualche maniera viene oggi percepito dai cittadini.
L’Europa dei popoli e non certamente l’Europa delle burocrazie e delle tecnocrazie, che sappia trasformarsi in sentimento.
Allora sì che possiamo alimentare il sogno che nacque con il manifesto di Ventotene, realizzato solo in piccola parte.
Quindi, il compito di chi si candidata per il parlamento europeo è quello di far diventare questo sogno realtà.
L’alternativa è il ritorno ai periodi più bui della storia dell’Europa e del mondo, perché le nazionaliste saranno devastanti e ci riporteranno indietro e non ci daranno più libertà, benessere.
Per queste ragioni credo che noi dobbiamo avere una rappresentanza forte che abbia contezza della condizione nella quale oggi viviamo, e con la forza delle idee provare a cambiare l’attuale condizione.
Due iniziative immediate di lavoro da parlamentare europeo.
Cambiare il trattato sul patto fiscale, perché porterà gli Stati membri ad avere sempre più un debito pubblico che non potrà risolvere senza ripresa e sviluppo, anche per colpa di politiche nazionali sbagliate e con il rischio tangibile di conflitti sociali.
La seconda questione è di modificare i trattati o fare accordi diversi affinchè la Banca Europea possa rivolgersi direttamene alle imprese e ai cittadini.
Il Lazio e l’Europa. La Provincia di Latina e l’Europa.
L’Italia è forte se ha dei territori con delle istituzioni ben organizzate, certamente c’è bisogno di riformare l’assetto delle regioni nel loro complesso, ma anche di altre istituzioni amministrative.
Ripeto, però, che senza la forza del territorio non si tiene insieme la comunità nazionale e non conferisci un messaggio forte agli Stati membri.
Penso, che il primo argomento sia di politica interna: difendere con forza il controllo democratico delle istituzioni.
Noi non possiamo far passare per semplificazione e spending review la cancellazione di istituzioni locali importanti, che sono necessarie per attuare quel principio di prossimità, peraltro uno dei cardini dell’Europa e dei suoi trattati fondamentali”.