Essere terracinese, non un dato anagrafico ma un onore che si dimostra ogni giorno
Da alcuni giorni sento forte l’uso e l’abuso del termine “terracinese” che accompagna la lunga campagna elettorale che stiamo vivendo da diversi mesi. Mi sembra assurdo che qualcuno si erga a fare una lista, una spartizione, una netta separazione tra i buoni e i cattivi, tra i bianchi e i neri, tra chi è dentro e chi e fuori, tra chi è degno e chi no.
Essere di Terracina non è un bollino che si acquisisce alla nascita, ma è un onore che si conquista ogni giorno impegnandosi per la propria comunità, costruendo un futuro per se e per gli altri, investendo sul territorio, creando imprese, facendo girare l’economia, aiutando chi ha più bisogno, prendendosi cura dei prodotti della nostra terra, del nostro mare, delle nostre spiagge. E’ accogliere i turisti che arrivano nella nostra splendida città con l’orgoglio di esserne parte, questo è essere terracinese.
Terracina è sempre esistita, come entità vera e come popolo: con tante differenze ma con tante caratteristiche comuni. La storia di Terracina è una storia fatta di fede, di arte, di cultura ma anche di cucina. Di gente onesta che lavora e produce, che sa onorare e rispettare la propria terra dove sono nati i nostri figli. Gente che ha sempre rispettato i diritti e i doveri, chiedendo e dando rispetto.
Sventolare un puro dato anagrafico non serve, l’essere terracinese si dimostra ogni giorno alla luce di quanto si fa per la città ed è inutile quanto dannoso fare delle differenze. Bisognerebbe, piuttosto, fermarsi a ragionare e a fare una disamina su cosa e quanto si è fatto per Terracina quotidianamente ognuno nel proprio piccolo.
La campagna elettorale durerà ancora poco più di un mese, spero che ci saranno temi diversi di cui discutere e su cui confrontarsi in modo costruttivo, piuttosto che continuare a parlare delle generalità anagrafiche.
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Mi sembra esagerato esultare come per un successo per la sospensione del provvedimento per l’autorizzazione dell’impianto di mitilicoltura. Mi sembra, anzi, una presa in giro elettorale quella che ha fatto la Regione alla città di Terracina.
All’inaugurazione del Palazzo della Bonificazione, il presidente Zingaretti non ha voluto presenziare, preferendo non affrontare tutti i problemi irrisolti del territorio e non parlo solo dell’impianto di mitilicoltura, ma anche della questione del treno, in sospeso da quasi 4 anni, e della situazione dell’ospedale Fiorini.
Il Governatore Zingaretti ha preferito mandare in sua sostituzione l’assessore Visini che, per conquistare la platea, ha dato l’annuncio della sospensione del provvedimento per l’installazione dell’impianto di mitilicoltura. Il carattere provvisorio della sospensione non può non far pensare ad una trovata elettorale, ho paura che tra 60 giorni saremo di nuovo di fronte a un provvedimento scellerato che mette a rischio il nostro territorio, il nostro mare e il nostro turismo.
Tra 60 giorni, a luglio, si sarà appena formato il nuovo Consiglio comunale di Terracina e, se avrò l’onore di diventare sindaco di Terracina, mi batterò affinché la Regione non torni sui suoi passi e ritiri definitivamente il provvedimento, anche insieme agli altri sindaci del comprensorio. In generale spero che chiunque siederà sulla poltrona di primo cittadino a Terracina avrà il buon senso di opporsi a un provvedimento che minaccia il nostro mare e il nostro turismo.