Oggi la Città festeggia il 60esimo anniversario della costruzione del Palazzo Comunale.
Vi sono in programma diverse iniziative con inviti eccellenti estesi anche agli eredi di chi quell’opera edilizia progettò e realizzò.
Quello che abbiamo intenzione di rimarcare è che il “referendum” concesso dall’allora sindaco Matthias ai terracinesi non fu altro che una “pilatesca” soluzione.
In buona sostanza quella classe dirigente eletta nel primo dopoguerra, sindaco in testa, non ebbe né il coraggio politico, né culturale, né di facile visione verso l’unico sviluppo possibile della città: la parte bassa del suo territorio.
Matthias e company, anticipando i tempi bui che viviamo oggi, hanno lasciato campo libero al “popolo” che in quegli anni era tutto o quasi stanziale sulla parte alta della città, anticipando una prevedibile vittoria di chi voleva mantenere il “privilegio” di avere l’anagrafe fronte casa.
Un sindaco e una intera classe politica che disattese le proprie responsabilità, in primis, quella gravissima, di non aver avviato in tempo utile la progettazione della Terracina del futuro.
Oggi i cittadini- popolo si ritrovano un “Palazzo” svuotato di ogni significato di servizio, con quotidiani pellegrinaggi nei i vari uffici nel frattempo decentrati.
Non diteci, infine, che tra poco la città avrà a disposizione i nuovi locali comunali del Calcatore, perché sarebbe un grave affronto, al pari di quello subito nel 1948.
Aulo Emilio figlio di Aulo pensaci tu.
MCT