Due aggiornamenti prima di lasciarvi alla lettura del bel racconto di Patrizia Valenza sugli scavi che si stanno effettuando a Terracina, pubblicato sul sito internet del Ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo.
Il primo riguarda il rinvenimento della base della statua dedicata a Diana cacciatrice (appena avremo le foto le pubblicheremo); il secondo concerne i risultati ottenuti dalle pubblicazioni effettuate sull’argomento dalla pagina Facebook del Comune di Terracina.
Il post di raccordo dal titolo “Il ritrovamento della Diana cacciatrice piace al popolo di Facebook” si attesta sulle 6.102 visite; “Diana cacciatrice ritrova la testa” si ferma a 34.064; “Rivede la luce dopo 2000 anni una statua romana” raggiunge la stratosferica cifra di 83.793 ingressi.
Ribadiamo la “grandezza” dei numeri raggiunti e soprattutto la “grandezza” della scoperta del sito archeologico, che si sta rivelando una vera e propria miniera di ritrovamenti che ci raccontano uno spaccato importante di vita “terracinese” dei millenni passati.
Ufficio stampa Comune di Terracina
°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°°
Durante i sondaggi preliminari prescritti dalla Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio guidata da Saverio Urciuoli per la realizzazione di adeguamenti tecnici nell’area del distributore di carburante Agip in via Roma, la principale arteria cittadina, sono affiorati importanti resti monumentali di Terracina romana. Gli scavi, seguiti da Nicoletta Cassieri e seguiti in cantiere da Pier Carlo Innico, hanno inizialmente riportato alla luce, a circa tre metri di profondità, un tracciato stradale, o uno slargo, a servizio di questo settore, realizzato in basoli di calcare e orientato in senso nord sud. Tale lastricato è fiancheggiato su un lato da una muratura risalente alla piena età imperiale, mentre a una quota più elevata si sono osservate alcune interventi medioevali. Un secondo saggio praticato più a nord, in prossimità del muro di contenimento della Rampa Braschi (via Posterula), ha evidenziato altri resti del complesso termale, le cd. “Terme di Via Roma”, già individuato in precedenti indagini svolte nell’anno 2000, nel corso delle quali fu rinvenuta, all’interno del frigidarium, ossia l’ambiente per i bagni in acqua fredda, la statua di una divinità giovanile identificabile con Giove Anxur, finora la prima rappresentazione in marmo di questo dio che a Terracina godeva di particolare devozione. Il nuovo scavo ha permesso di far emergere parte di una seconda, grande sala adibita stavolta al bagno caldo (caldarium) in eccellente stato di conservazione, composta da due parti: la prima, che prosegue al di sotto della rampa di Posterula è lastricata con marmi che poggiano su un sistema di sospensurae per il riscaldamento dell’ambiente; la seconda è una vasca per immersione della quale al momento è stato accertato l’angolo nord-est. Il manufatto è contornato da tre gradini per la discesa e la seduta nell’acqua interamente foderati di lastre di marmo che rivestono anche il fondo situato a tre metri di profondità. Qui è stata rinvenuta una statua marmorea di Diana, parzialmente mutila agli arti e priva della testa, databile nel I-II sec.d.C. La dea, dalle forme salde e giovanili, è rappresentata nella iconografia consueta di cacciatrice, vestita con corto chitone, mantello arrotolato intorno ai fianchi e faretra per le frecce sul dorso. È molto probabile che anche questa scultura trovasse collocazione in una delle nicchie che si aprivano nelle pareti dell’ambiente. La profusione dei pregevoli marmi policromi provenienti da diverse regioni dell’Impero e la ricca decorazione confermano il grado di benessere raggiunto dalla città grazie anche al ruolo rilevante del suo porto nel bacino del Mediterraneo. Il complesso, in parte realizzato nell’ultima fase con materiali di reimpiego, potrebbe identificarsi con l’edificio termale danneggiato da un incendio e restaurato alla fine del IV secolo (372-375 d.C.) da Aviano Vindiciano, consolare della Campania di alto rango, come ci documentano preziose iscrizioni terracinesi. A est di questo ambiente sono state rinvenute una serie di strutture tardo antiche e medioevali pertinenti a una chiesa successivamente impostata nel sito al di sopra delle murature romane. Con la continuazione dei lavori si spera di poter arrivare a definire le dimensioni e l’organizzazione funzionale sia dell’impianto termale sia dell’assetto di questo quartiere di “Terracina bassa” nella quale la struttura era inserito. Il ritrovamento, oltre a restituire un importante tassello per la conoscenza storica e topografica locale, offre spunti interessanti sul tema della tutela dello straordinario sottosuolo archeologico di Terracina che ogni volta ci sorprende per la consistenza e l’estensione delle testimonianze malgrado l’ininterrotta continuità di vita della città attraverso i millenni.
Patrizia Valenza