Da qualche decennio, soprattutto con la nascita delle piattaforme digitali, chi ci lavora ha sviluppato una sorta del procedere civico o presunto tale dei cittadini utenti. Costoro, i cittadini – utenti, sembrano vivere in un Paese inesistente, senza alcuna consapevolezza di sé, ignorando la realtà degli accadimenti quotidiani e senza alcuna memoria, preferendo immergersi nella leggerezza di una fuga dalla realtà.

Questo sentire acquista più forza quando si trattano temi politici e di governo del territorio, conducendo il cittadino – utente verso la ““deresponsabilizzazione” e delegando al politico il peso delle decisioni ma anche delle conseguenze, evitando di partecipare in modo consapevole e con spirito di cittadinanza attiva alla gestione della cosa pubblica.

Chi lavora nei blog, sulle pagine facebook, all’interno di siti internet ha piena la consapevolezza di questo accadere e la controprova è quando si pongono in rete post o articoli che se non impegna politicamente o socialmente l’utente, la colonnina delle visualizzazioni schizza verso l’alto del gradimento.

Viceversa, la stessa “colonnina” ha il passo della tartaruga se non quella del bradipo se la pubblicistica racconta i temi veri e soprattutto se coinvolge nomi di politici di un certo rilievo cittadino, provinciale e nazionale.

Molti terracinesi, come nel lII° libro della Politica di Aristotele, ha un punto di difficile convergenza tra etica e politica e non sfugge alla “regola” di votare senza seguire le sorti dell’eletto.

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