E mentre le polemiche s’infiammano intorno alla volontà dell’amministrazione comunale di aderire allo Sprar, il sindaco Procaccini scopre in località San Vito un privato che ospita da due mesi una trentina di richiedenti asilo di nazionalità bengalese.
Nulla di questo insediamento il sindaco sapeva, di nulla in proposito era a conoscenza l’attivo consigliere comunale di maggioranza, eletto proprio in quella zona, a conferma che l’amministrazione comunale non ha il controllo delle dinamiche sociali che s’intersecano all’interno del territorio.
Detto questo, la vicenda dell’imminente adesione del Comune di Terracina allo Sprear sta procurando serie inquietudini politiche al primo cittadino da parte del consigliere Zicchieri, da “Capitan Salvini” che ha promesso presto un comizio dai toni infuocati e da altri autorevoli esponenti del centro destra regionale, non può né appassionarci né interessarci oltre misura.
Riteniamo invece di sottolineare come anche l’ultima campagna elettorale sia stata una presa in giro per gli elettori, che hanno votato un programma e si ritrovano a discutere di altro.
Perché dalla tauromachia posta in campo tra Noi con Salvini, il sindaco e la sua “raccogliticcia” maggioranza, ne esce prepotente un dato: i vincenti di giugno non sono in grado di determinare politiche univoche per la gestione di una città complessa com’è Terracina.
Per ritornare al tema: noi non siamo contro l’atto umanitario di accogliere e sostenere chi veramente fugge dai territori in perenne conflitto.
Siamo invece contrari alla solidarietà “pelosa” che attraverso queste miserie fa realizzare affari d’oro ad associazioni senza scrupolo e condotta umanitaria.
L’Italia da troppi mesi è facile approdo di un’enorme massa di giovani maschi provenienti dall’Africa sub sahariana, con numeri che confermano che solo il 4% di questa biblica massa umana in movimento ha diritto all’asilo politico o umanitario.
Migliaia invece sono i soggetti che non rientrano nei parametri previsti dalla convenzione di Ginevra, quindi non sono persone che hanno lasciato il loro Paese sotto la minaccia di perdere la libertà o la vita, e non sono neanche persone perseguitate per altri fattori.
Il territorio terracinese infine è da troppo tempo terra di residenza per tanti extracomunitari (circa 5000) molti dei quali non in regola con le leggi in materia.
Bene, allora, s’iniziasse una volta per tutte a regolarizzare questi e solo poi la città può organizzarsi per dare accoglienza anche ad altri sfortunati.
Siamo sicuri che rappresentato questo scenario, anche il Prefetto si renderebbe conto che quello terracinese è un territorio oggi non adatto per simili operazioni.
Gina Cetrone
Movimento politico “Sì cambia”