Arriva da privati cittadini la notizia che l’espianto di alcuni alberi posti a dimora successivamente al nubifragio nel 2018, che travolse una sola parte della città, per il momento possono rimanere dove sono: ovvero all’interno dell’Area Chezzi.
Pare che manchi una autorizzazione burocratica per definire la missione “espianto” e per farli ritornare, così, ai legittimi proprietari, che non sono i cittadini di Terracina.
Questa storia degli alberi dell’Area Chezzi non rivendicata da alcuna forza politica che rappresentava la città nel 2018, pare essere figlia di nessuno.
Apprendiamo da come evolve la vicenda, che in tutto questo percorso ci sarebbero dei figliastri asserragliati nei bui meandri burocratici dell’ente, che pur facendo il proprio lavoro (forse ancora con qualche disattenzione) oggi si vedono caricare ogni responsabilità sulla piantumazione divenuta “farlocca” degli alberi, neanche autoctoni.
Ci sembra di risentire gli echi, stonati, legati alla famosa e famigerata pista del ghiaccio installata a Piazza Mazzini “Grazie alla volontà e alla sensibilità dell‘Amministrazione Comunale che ha voluto dare ai cittadini, e a quelli delle località limitrofe, un segnale importante di ripresa dopo i disagi causati dalle alluvioni dei mesi scorsi”, riportavano alcuni solerti organi di informazione nei giorni successivi alla installazione dell’Ice Park.
Un’altra edificante storia che è al vaglio del magistrato e per la quale sono stati “avvisati” tutti i possibili soggetti interessati al “ghiaccio a marchio Bulgari”.
Il tema quindi rimane: quante “piantumazioni farlocche e quanti Ice Park” non sono ancora a conoscenza degli organi inquirenti e dei cittadini terracinesi?
Una volta c’era “Trufolino testa dura, ogni giorno un’avventura” che ci faceva compagnia con le sue spassose storie a fumetti.
Da qualche anno invece c’è la saga, a puntate, delle amministrazioni “più meravigliose” di sempre.
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