La campagna elettorale entra nel suo periodo più caldo e i primi sintomi di stranimento s’iniziano a registrare con sempre maggiore intensità patologica.
Dopo le ormai storiche giornate dedicate alla “vergogna” per la “cacciata” del sindaco da parte di un manipolo di consiglieri venduti al nemico sudista, i nodi di quella epica (per qualcuno) azione della banda dei 13 non è mai stata compiutamente chiarita dagli sfiduciati.
In tutti questi mesi costoro sono andati avanti quasi per inerzia tra una giornata dedicata “all’Olocausto” a qualche citazione poetica e soprattutto all’allestimento di un ricco cartellone d’insulti da riversare scientificamente al malefico senatore “fondano”, che tanto male avrebbe procurato alla città.
Nel bel mezzo di questo percorso poi l’illuminazione che avrebbe scosso le coscienze dell’elettorato di riferimento, il grido roboante e rampante di: “Terracina ai terracinesi”.
Affermazione – etichetta di un vuoto pneumatico politico, culturale e sociale estremo, che nelle intenzioni avrebbe dovuto rattoppare e coprire ogni incapacità di richiamarsi con atti alla mano e non a chiacchiere con l’elettorato di centro destra della città, e aggregare al percorso le masse vibranti di terracinesità.
Purtroppo per gli ex sfiduciati e per tutti quelli che ancora credono alle parole senza che a queste seguano poi i fatti tangibili a supporto, si è raggrumata intorno allo stridulo grido solo una manica di attivisti sfigati.
Con queste truppe e con una miseria di argomentazioni politiche di prospettiva, sono giunti in queste ultime ore a conferire al clima elettorale quanto di peggiore si poteva preventivare.
Una marea d’insulti gratuiti, infatti, è piovuta addosso a un cittadino italiano di altro colore di pelle, senza che nessuno degli apicali EX proferisse una sola parola per condannare la strisciante e odiosa forma di razzismo.
Eppure gli sfiduciati e i loro alleati di questa campagna elettorale nel programma fanno sfoggio di belle parole come: integrazione, inclusione, tolleranza …
Invece di fare politica vera, raccontando, ad esempio, che il nostro territorio agricolo offre la possibilità a oltre 4.000 occupati, che il settore rappresenta il 15% del reddito pro capite dei terracinesi, che nel mondo su 900 prodotti ortofrutticoli ben 110 sono italiani e di questi il 20% proviene dalle campagne di Terracina e più in senso lato dalla Provincia di Latina, che fanno?
Danno addosso con parole irripetibili ad un cittadino italiano, di pelle diversa, da 20 anni nella nostra città, che ha sempre lavorato e pagato le tasse.
Invece di offrire un contributo d’idee e programmi sul come sostenere dall’alto della Poltrona Sindacale le sorti degli imprenditori e dei lavoratori dei campi, sragionano su tutta la linea.
Che sono a corto d’idee e soprattutto di consenso, si evince chiaramente dal voler creare interesse intorno a loro attaccandosi al “fumo della candela” della polemica spicciola e pretestuosa.
Come quella che di oggi che tira in ballo un candidato che sostiene il sindaco Corradini, gridando al voto di scambio e chiedendo le immediate dimissioni del presidente compromesso da una foto casalinga.
Insomma, allo stremo delle forze del consenso si avvinghiano a tutto, forse tra qualche giorno anche … al tram.
Gina Cetrone
Lista civica “Sì Cambia”