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Terracina. La Città che non vogliamo. Come prima, peggio di prima. Il racconto di Di Sauro

scritto da Redazione
Terracina. La Città che non vogliamo.  Come prima, peggio di prima. Il racconto di Di Sauro

L’amministrazione guidata dal sindaco Francesco Giannetti e la maggioranza che la sostiene, nella incapacità ormai manifesta di definire una strategia urbanistica e politiche di pianificazione e programmazione adeguate di sviluppo sostenibile della città e del territorio, a quasi un anno dal suo insediamento ha svelato il suo vero volto, negando alla radice il principio e l’obiettivo primo del suo “Programma di Mandato” indicato nello stesso titolo “Terracina. Disegniamo insieme una città nuova.” Infatti l’approvazione recente del Bilancio triennale e del Documento unico di Programmazione (un sostanziale ‘copia e incolla’ dei precedenti) hanno fotografato in modo impietoso e drammatico la continuità con la prassi amministrativa precedente come se i due commissariamenti degli ultimi otto anni non avessero insegnato nulla. E gli esempi concreti non mancano, nel metodo e nel merito:

  1. Il Consiglio Comunale viene mortificato nel suo ruolo di indirizzo e assoggettato all’Esecutivo, con le Commissioni Consiliari paralizzate nella loro funzione di analisi e di proposta, con la maggioranza ridotta alla sola necessità del voto in aula, con l’opposizione privata di ogni confronto e respinta, a priori, nei suoi contributi propositivi, e con il Presidente del Consiglio chiamato a ratificare, formalmente, il conseguente vuoto politico-amministrativo.

  2. Le politiche con cui tradurre il Programma di Mandato (quelle Ambientali, Urbanistiche, Culturali e Socio-Economiche) del tutto inesistenti hanno già ridotto il Governo a mera amministrazione dell’ordinario, nell’inseguimento delle emergenze e nella ordinarietà degli interventi, con la struttura tecnico-gestionale che inevitabilmente predomina e con il Governo politico, sindaco e assessori, adagiati in un ruolo di comprimari e presenzialisti mediatici.

  3. La cosiddetta strategia urbanistica locale, di là da venire ma richiamata da anni e inserita nel D.U.P., viene contraddetta nei fatti non solo nel mancato adeguamento ed attualizzazione degli scaduti Piani Particolareggiati (a partire da quelli del Centro Storico Alto e Basso, riperimetrati dal P.T.P.R. Regionale sin dal 2007), ma soprattutto continuando negli interventi sull’assetto del territorio a colpi di Varianti urbanistiche (come l’ultima, risalente al 2020, riportata in Commissione urbanistica pochi giorni fa per l’esame delle osservazioni e riguardante un Programma Integrato d’Intervento per l’espansione residenziale in località ‘Scafa di Ponte’, per complessivi 11,7 ettari!) le quali, come è noto (si veda ad esempio la “C2” o il Quadrante di Nord-Ovest, etc.), in assenza di un Quadro Generale di riferimento sono destinate a fallire nei loro obiettivi pubblici, ed a squilibrare ulteriormente lo sviluppo della città.

  4. Le politiche ambientali e di sviluppo sostenibile, richiamate come strategiche nel D.U.P. appena approvato e, dunque, riconosciute come fondamentali e preliminari anche rispetto alle politiche urbanistiche, non soltanto non sono state concretamente definite ed adottate, secondo quanto previsto sia dalla “Strategia nazionale per lo Sviluppo sostenibile” (approvata nel 2016), sia dalla “Strategia Regionale per lo Sviluppo. Sostenibile (approvata nel 2021), ma non vengono adottati e attuati nemmeno i Piani di Sostenibilità già predisposti (il PAESC, il PUMS, il PAAF, il Piano del Verde, il Piano per il Ciclo delle Acque, etc.) che consentirebbero l’acquisizione di importanti risorse finanziarie regionali e statali.

  5. Le Politiche culturali per la tutela, la promozione, la valorizzazione e la gestione del Patrimonio Storico-Culturale e Paesaggistico della città, sbandierate nel D.U.P. appena approvato quale ambito strategico per favorire lo sviluppo del Turismo culturale sostenibile, non soltanto sono ridotte ad intenzioni poco più che generiche ed estemporanee, ma sono soprattutto sconfessate dai fatti a causa della chiusura e dell’inagibilità dei più importanti spazi, strutture e istituti culturali della città (la biblioteca, il museo, l’archivio storico, il Castello, il Palazzo della Bonifica, il Complesso di S. Domenico, l’Acropoli di S. Francesco, il Parco della Rimembranza, il Parco di Posterula, etc.) per la mancanza di un Piano programmatico delle riaperture e delle destinazioni d’uso culturali, del personale e delle risorse necessarie, per la mancanza di un programma di valorizzazione degli organismi del Terzo settore culturali, per la paralisi in cui è stata lasciata la “Fondazione Città di Terracina”, per la mancanza di un programma di valorizzazione del riconoscimento regionale di Terracina come “Città d’Arte” e di un connesso piano di valorizzazione degli spazi e delle attività culturali, il tutto con conseguente grave danno per l’economia della città e per l’erario pubblico.

  6. L’ambito del cosiddetto “Benessere sociale” le gato alla tutela della famiglia, della persona e alla promozione della socialità, in genere, richiamato nel D.U.P., è totalmente privo di una definita politica sociale e socio-sanitaria, fondata sull’analisi e sui dati di una popolazione che invecchia, che risulta con il bilancio negativo tra nati e morti, che ha il 10% della popolazione formata da immigrati e che presenta un dato epidemiologico mutato rispetto al periodo pre-covid. Un ambito, peraltro, ridotto alla mera gestione dei servizi sociali, affidati all’Azienda Speciale, senza alcuna prospettiva di medio-lungo termine e, dunque, senza pianificazione e programmazione effettiva degli obiettivi.

  7. L’assenza della politica economica del Governo è, infine, registrata nel documento di Bilancio, da poco approvato, e nella sua struttura finanziaria. Un elenco analitico di entrate ed uscite di cui l’unico risultato che appare, tuttavia, chiaro è: aumentano le tasse, aumenta la struttura complessiva dei costi amministrativi (inclusi gli adeguamenti a sindaco e assessori), mentre diminuiscono drammaticamente i servizi e gli investimenti. Nessun tentativo di abbassare le tasse, razionalizzare la spesa pubblica, efficientare la pubblica organizzazione, conquistare nuovi investimenti con il PNRR.

In conclusione nulla di nuovo sotto il cielo di Terracina. Tutto continua come prima e peggio di prima. L’amministrazione del sindaco Giannetti ha promesso il nuovo ma, al momento, siamo fermi al vecchio. Si sta continuando, purtroppo, ad agire con le vecchie modalità del passato che si sono rivelate inefficienti e inefficaci che vanno a scapito degli interessi pubblici e che mortificano le straordinarie potenzialità della città e del territorio.

Fabrizio Di Sauro

Capogruppo Consiliare

Terracina Città del Possibile

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