“Il Messaggero” nei giorni scorsi pubblicava delle dichiarazioni del presidente della Provincia di Latina, Dott. Medici, il quale rilancia la proposta del sindaco di Terracina di trasformare il sito di Morelle, nato come centro di compostaggio aerobico, in impianto di produzione di biogas da rifiuti organici.
L’impianto è un qualcosa di unico in provincia. E anche per questo andrebbe valorizzato e utilizzato in modo funzionale. Esso ha una potenzialità di trattamento di circa oltre 30mila tonnellate di rifiuti organici da differenziata. Oggi l’impianto è in totale stato di abbandono, se non nella sua parte esterna utilizzata come centro di trasferenza, con concessione comunale, dalla DeVizia, ditta che effettua il servizio di raccolta dei RSU di Terracina. Dal sito della provincia di Latina, il fabbisogno di trattamento della frazione organica da differenziata, risulta per il 2017 di circa 60mila tonnellate. Nella stessa provincia sono autorizzati (al 31/12/2016) impianti per un potenziale trattamento di circa 180mila tonnellate annue. A questo dovrà forse aggiungersi il futuro impianto di Biometano autorizzato recentemente dalla Provincia di Latina da realizzarsi a Latina Scalo il quale tratterebbe ulteriori 30mila tonnellate.
Se il Dott. Medici riuscisse ad affacciarsi negli uffici dell’ente di cui è Presidente, capirebbe che l’emergenza non è il trattamento della frazione organica e la costruzione di nuovi impianti, ma la loro gestione, il controllo e le autorizzazioni rilasciate proprio dalla Provincia di Latina. Infatti in termini di quantità di rifiuti risulta un surplus di tonnellate autorizzate del 333%. Si chieda piuttosto se gli impianti autorizzati rispettino le prescrizioni previste dalle autorizzazioni ed eserciti i poteri di controllo che gli competono.
Sulla tipologia di impianto proposto poi, il Movimento 5 Stelle da sempre cerca di inserire nel dibattito pubblico e negli atti normativi il principio di precauzione visto che tali impianti per il trattamento di rifiuti, ad oggi, sono assenti nella Regione Lazio quelli che trattano FORSU, hanno sollevato molte preoccupazioni in termini ambientali.
Un impianto modello, almeno sulla carta, realizzato dalla Agri Power Plus, società almeno in passato, molto vicina a Legambiente, sita a Borgo Bainsizza, ha avuto diversi problemi per sforamento dei parametri di inquinanti delle acque reflue e dei fumi nella produzione di energia. Tutto certificato da ARPA Lazio e sanzionato, si spera, dagli enti competenti. Ultima diffida da parte della Provincia alla società è datata 6 agosto 2018 ed è inerente alla gestione dei rifiuti stoccati, del percolato e del suo trattamento.
Insomma non proprio una tecnologia vicina all’ambiente ed in grado di risolvere la “non emergenza” di trattamento dell’organico nella Provincia di Latina.
Inoltre questo tipo di impianti necessitano di una gestione da parte di operatori altamente specializzati e qualificati che, ahinoi, non sembra siano presenti nei nostri comuni anche considerati gli attuali risultati.
Come ultima considerazione, non possiamo non menzionare il fatto che il Comune di Terracina, viste le intenzioni già ampiamente dimostrate, affiderebbe progetto e gestione ad un privato tramite project financing, argomento questo che andrebbe trattato con le dovute cautele, visto ciò che accade costantemente con le concessioni a privati di servizi pubblici. La piscina comunale ne è un esempio eloquente. Insomma, l’idea dell’impianto pubblico ci trova pienamente d’accordo, ma sulla tecnologia proposta ci spiace, ma visti i precedenti, non possiamo che dissentire, e lo faremo con ogni mezzo lecito.
Il nostro obiettivo è sempre stato quello di ripristinare l’impianto di trattamento dell’organico da differenziata sì, ma con processo aerobico, processo molto più vicino alla degradazione dei materiali che avviene in natura, e noi della Natura ci fidiamo di più che di questi amministratori.