Non ci vogliamo avventurare in una sterile polemica perché capiamo il momento negativo, causa la ormai istituzionalizzata pandemia da coronavirus; comprendiamo anche i ritardi in cui sono incappati gli istituti scolastici, che si sono fatti trovare evidentemente impreparati, non per proprie responsabilità, alla vigilia del ritorno sui banchi; ce la mettiamo tutta, da genitori, per digerire l’orario di ingresso e uscita dei giovani alunni della materna ed elementare; capiamo anche che nel mezzo a tutto ciò elencato c’è stata anche una meravigliosa campagna elettorale, con coda finale del ballottaggio e probabile disinfestazione delle aule degli istituti che hanno ospitato i seggi.
Insomma, capiamo tutto, senza però cogliere le ragioni per le quali al 16 ottobre 2020 non è stata ancora attivata la mensa scolastica.
Un servizio, a pagamento, che potrebbe sollevare non poco gli affanni di tanti genitori che lavorano, spesso con turni disagiati.
Sappiamo che il Comune ha inviato a molte famiglie, prima dell’inizio dell’anno scolastico 2020/21, una diffida per ottenere il saldo di eventuali arretrati, una giusta pretesa per un servizio che ad oltre la metà di ottobre tarda ad arrivare, alla faccia della precisione teutonica.
Come non si riesce ad ottenere, nel frattempo che la mensa decolli, la possibilità di far portare ai giovani alunni il pasto sostitutivo da casa.
Ripetiamo: non abbiamo intenzione di avventurarci in polemiche che possono prestare il fianco a rivendicazioni di efficienza organizzativa scolastica postuma, ma a tutto c’è un limite, oltre il quale è lecita la protesta, anche eclatante.
MCT