Non conosco personalmente Alessandro Ceci ma ne apprezzo il ragionamento politico e la lettura degli ultimi dati elettorali.
Concordo in pieno quando afferma che la politica locale del PD non può esprimersi stendendo veli di bon ton e scaricando sotto il tappeto della discussione i motivi del mancato consenso.
Dice oltremodo bene Ceci anche quando rileva come al primo turno il candidato a sindaco dei Fratelli d’Italia, poi eletto, non lo voleva il 64% dei votanti terracinesi.
Si avete letto bene: il 64% dei cittadini di Terracina.
Eppure prima del 19 giugno qualcuno aveva fatto balenare ai maggiorenti della sinistra terracinese la possibilità di iniziare a co-gestire direttamente la città, unendo le forze in una coalizione di “salute pubblica”, sempre auspicata ma nei fatti mai percorsa fino in fondo.
Del resto i partiti con cui l’elettorato del PD doveva fare i conti (per modo di dire) erano tutti di un centro destra moderato. Molto moderato.
Il PD ha preferito però non scendere direttamente in campo.
Ha preferito rimanere in panchina e attendere altri cinque anni e forse anche di più.
Non ha avuto sufficiente coraggio nel superare le residuali ideologie di posizione in favore degli interessi della città.
Eppure lo stesso partito soltanto 12 mesi prima aveva firmato la sfiducia al sindaco di Fratelli d’Italia.
E non mi si dica che quella era un’altra partita. Perché non ci crede nessuno.
P.S.
E’ lapalissiano che non sia stato il PD la causa dell’insuccesso della coalizione che sosteneva Corradini.
Gina Cetrone