Proprio lui che solo a disastro avvenuto e quindi, con inammissibile ritardo, si è ricordato, in data 21/08/2017, di emanare l’ordinanza sindacale n.0015/AG relativa al divieto di accensione di fuochi, come prescritto dagli articoli 91,92 e 93 del Regolamento Regionale 18 aprile 2005 n. 7/d.
Ovviamente, come è nel suo stile,con un’ordinanza assurdamente retroattiva (il periodo di rischio incendi va dal 15 giugno al 30 settembre), continua a prendere in giro tutti noi cittadini, mascherando il suo colpevole ritardo nel vietare le cause dei roghi, estendendo il periodo dei divieti oltre il 30 settembre.
Ricordiamo al Sig. Sindaco, che ora appare tanto affranto per i roghi che stanno devastando il nostro inestimabile patrimonio naturale, che un’efficace prevenzione è, non solo possibile, quando c’è la volontà di attuarla, ma anche indispensabile e fondamentale.
Essa passa attraverso una concreta assunzione di responsabilità di tutti i soggetti coinvolti in un sistema di previsione, prevenzione e lotta contro gli incendi boschivi e i Comuni sono tra questi, come indicato dal D.Leg.vo 31/03/’98 n. 112, art. 108 Capo VIII, che attribuisce ai Comuni le funzioni di:
1) Attuazione in ambito Comunale delle attività di previsione degli interventi di prevenzione dei rischi stabiliti dai programmi e piani regionali;
2) Adozione di tutti i provvedimenti compresi quelli relativi alla preparazione, all’emergenza necessari ad assicurare i primi soccorsi in caso di eventi calamitosi in ambito comunale.
Secondo le disposizioni della “Legge quadro in materia di incendi boschivi” 21/11/2000 n. 353, il Comune, ai sensi dell’art. 10, comma 2, deve censire annualmente, tramite apposito catasto, i soprassuoli percorsi dal fuoco; ai sensi dell’art. 10 comma 1, deve applicare il divieto di pascolo, caccia e costruzione di edifici nelle zone boscate incendiate per dieci anni e il divieto di cambio di destinazione d’uso delle aree per 15 anni, ma non risulta che finora abbia provveduto.
Guardando ora il paesaggio montano terracinese ridotto ad un assieme di montagne brulle e carbonizzate, appare fuori luogo e di cattivo gusto la frase scritta dal sindaco in uno dei suoi post, che esorta la gente a godersi il ferragosto, mentre i roghi sono ancora in corso, per non darla vinta agli incendiari. Come se rimuovere il pensiero di quello che stava avvenendo valesse a mitigare il dramma, a neutralizzarne gli effetti: “…Tuffatevi in mare, guardate le stelle, bevete vino, abbracciatevi, ridete e cantate”.
La classica presa in giro di un politico che usa un linguaggio che ricorda quello degli animatori di spettacoli per turismo di massa o di un conduttore di varietà televisivi e distrae da quella che è la realtà: l’incapacità di pianificare per tempo una valida organizzazione per la tutela dei nostri boschi, dovuta anche alla scarsa considerazione che questi politici nutrono per tutto ciò che riguarda l’ambiente.
Ma chi ha profondamente a cuore le sorti di questo territorio, non si lascia sedurre, prova un dolore enorme nell’assistere alla sua distruzione. Sa che ci vorranno tanti decenni perché il bosco si ricrei, sa che è stato distrutto l’habitat naturale di tanti animali che sono periti nelle fiamme e non ha animo di festeggiare come se nulla stesse accadendo, anche perché al dolore si aggiunge una gran rabbia per la consapevolezza che il danno poteva essere evitato o limitato bloccandolo sul nascere, come avveniva alcuni anni fa, quando furono organizzate squadre comunali di Protezione Civile impegnate, 24h/24h, sotto il coordinamento del Corpo Forestale dello Stato, nella salvaguardia del territorio dalle azioni degli incendiari e nello spegnimento dei roghi. Il tutto avveniva mediante un’accurata operazione di avvistamento e controllo delle aree a rischio d’incendio ed interventi di sfalcio per la creazione di fasce frangifuoco.
Quindi, ad un Sindaco che si vanta della sua presenza accanto a coloro che sono impegnati negli interventi di spegnimento, cioè, a danno avvenuto, chiediamo: dove era negli ultimi anni quando ci furono altri roghi altrettanto devastanti? Perché non si è mosso al tempo giusto per organizzare azioni di controllo e prevenzione?
Le nostre montagne fanno parte di un importante Parco Naturale, quello dei Monti Ausoni. Dove l’Ente Parco è assente nel prevenire gli incendi, perché non è intervenuto il Comune, come prescrive l’art. 8, comma 3, della “Legge quadro in materia di incendi boschivi” n. 353/2000?
Ed infine come si può credere ad un Sindaco che enfaticamente dichiara: “… Per ogni albero bruciato faremo rinascere un bosco! ” quando è sotto gli occhi di tutti, terracinesi e turisti, il frutto dell’inettitudine di una Amm.ne incapace persino di piantare alberi ed arbusti nei parchi urbani e nelle aiuole cittadine che ne sono rimaste prive?
Come volevasi dimostrare, il nostro eroe sta chiudendo la stalla dopo che i buoi sono scappati.