La conosciuta ed esperta giornalista, redattrice e conduttrice Mariella Anziano, dopo anni, tornava a Terracina per comprendere se fosse vero che ormai tutto si stesse finalmente risolvendo e si potesse annunciare, davanti ai pendolari e alle associazioni che da anni avevano fatto della riapertura della tratta Terracina-Fossanova una battaglia campale (i quali pero’ stranamente oggi non c’erano!), l’imminente riapertura del tratto.
I lavori previsti a Monte Cucca per la messa in sicurezza di persone e case, di cui si parla in questi giorni sulla stampa in vista della prossima gara europea, dopo alcuni anni dall’aggiudicazione delle risorse sulla piattaforma Rendis, sono, a detta della stessa Amministrazione, la più imponente e costosa opera pubblica mai realizzata dal Comune di Terracina e quindi si è inevitabilmente rallentato l’iter e a tale proposito ci chiediamo soltanto se sia stato opportuno da parte della Regione Lazio affidare lavori cosi’ complessi ad un Ente, ad oggi non sappiamo fino a che punto preparato a gestire una tale complessita’.
Ora, nonostante la nostra Amministrazione utilizzi ora toni sicuramente meno trionfalistici di quelli utilizzati prima della nostra recente audizione in Regione Lazio parlando della riapertura della tratta Terracina-Fossanova solo come “beneficio collaterale” dei lavori di Monte Cucca oggetto di gara, è invece dimostrato ampiamente che i lavori di Monte Cucca non sono e non saranno sufficienti per la riapertura della ferrovia. Infatti come emerso nell’audizione pubblica della Commissione Trasporti della Regione Lazio dello scorso 28 ottobre, sollecitata dal nostro Circolo e alla quale abbiamo partecipato, la triste realtà è che dopo 8 anni dalla caduta del masso ancora non abbiamo un progetto completo, validato con i criteri e gli standard tecnici richiesti da Rete Ferroviaria Italiana- RFI, di messa in sicurezza dell’intero fronte franoso, fronte di diversi chilometri che ricordiamo comprende non solo l’intero Monte Cucca ma anche Monte Leano, progetto complessivo ovviamente preliminare a qualsiasi ipotesi di riapertura della ferrovia. Di conseguenza non abbiamo ancora un piano economico-finanziario che valuti il costo totale dell’opera, che è di molto superiore ai 4 milioni di euro stanziati dalla Regione Lazio (come da piattaforma Rendis) per la messa in sicurezza del tratto del monte Cucca oggetto della gara per i lavori per la mitigazione del rischio di dissesto idrogeologico.
Il Circolo Legambiente Terracina di concerto con Legambiente Lazio e con l’Osservatorio Trasporti Regionale sta comunque continuando a spingere con la Regione Lazio affinchè Rete Ferroviaria Italiana-RFI, la quale ha comunque inviato oggi nel corso del collegamento, una nota scritta in cui si assumeva quanto meno l’onere di valutare la questione, renda esplicite le condizioni e gli standard di sicurezza necessari alla riapertura della tratta, che comunque non è stata cancellata da Trenitalia, la quale per ora garantisce comunque servizi sostitutivi.
“Come grande associazione portatrice di un interesse diffuso e da anni impegnata sul territorio, e come cittadini, non potevamo disertare questo invito, e ringraziamo la TGR Lazio per questo, invito che peraltro abbiamo reso pubblico a tutti attraverso i social media proprio per rendere ancora più partecipato l’incontro, ma francamente siamo stanchi di ascoltare continue strumentalizzazioni e quasi sempre a fini politico-elettorali di questa vicenda. Dopo 8 anni di attesa, e pur contenti che finalmente la macchina burocratica del nostro Comune si sia messa in moto per esperire la complessa gara europea, che speriamo solo non incontri altri intoppi, pretendiamo pero’ che venga subito redatto un progetto complessivo di tutta l’opera con il relativo piano economico-finanziario validato, tempi certi di realizzazione, standard di sicurezza rispettati e di arrivare presto ad una decisione finale positiva per il ripristino della tratta (e quindi renderla realmente cantierabile) o nel caso di decisione negativa, vogliamo conoscere invece le proposte concrete di valide alternative di trasporto per i cittadini ed i turisti di Terracina. Inoltre stiamo già lavorando ad un progetto di Legambiente Green Station da sottoporre a RFI, sulla falsariga di quanto da noi già fatto come Legambiente ad Anzio, Pescara, Potenza ed altri luoghi in Italia, visto che la stazione di Terracina è ormai fatiscente, priva dei servizi essenziali e ricettacolo di senza tetto e piccola criminalita’ e visto che la stessa RFI ha mostrato interesse per avviare un accordo territoriale proprio qui a Terracina, che prevede la concessione in comodato d’uso gratuito degli spazi di stazione liberi dalle attività ferroviarie a Enti Locali, Associazioni no profit e Fondazioni e che questo rientra nel più ampio piano di RFI per il riuso sociale degli scali e degli immobili ferroviari da destinare a progetti e attività culturali, turistiche, di solidarietà e sostenibilità.” dichiara Ing. Gabriele Subiaco, Vicepresidente e Responsabile Scientifico di Legambiente Terracina.