Quando la disinformazione si erge a sistema di propaganda politica, vi sono SOGGETTI che tentano anche a far volare aeroplani, senza motore.
Va bene che ci si appresta a entrare nel pieno della campagna elettorale, ma sentire costoro che si ergono a paladini del tutto fatto, è veramente inconcepibile.
Dopo giorni di schermaglie sullo stato di difficoltà che l’ospedale Fiorini si appresterebbe a subire per i tagli voluti dall’attuale gestore Nicola Zingaretti, tra i posti in quiescenza forzata e il giovane candidato a sindaco del Pd, si è giunti da parte dell’ex e del suo vice addirittura alla convocazione di una conferenza stampa per raccontare una manica di barzellette su questo delicato argomento.
C’è da riferire invece che la sanità pubblica a ogni visione ravvicinata di elezioni diventa un vero e proprio campo di battaglia, che guarda caso il giorno dopo l’apertura delle cabine elettorali, diventa un oggetto misterioso, da rimpallarsi con concupiscente irresponsabilità.
Alla tarantella del “noi abbiamo fatto il possibile”; noi abbiamo fatto anche un documento votato dal Consiglio comunale, nella realtà dei fatti c’è stata solo una pantomima senza alcun risultato tangibile: in buona sostanza sono stati prodotti solo pezzi di carta senza valore.
Sull’altro fronte, il Pd afferma che l’atto aziendale firmato dal presidente Zingaretti, e stilato da Caporossi, tutela il reparto di ortopedia, (oggi senza alcun primario responsabile) e ha davanti a se, per meriti non individuabili da alcun essere umano sano di mente, un luminoso futuro.
In mezzo a queste contrapposte prese di posizione c’è un dato di fatto certo: l’ostetricia e ginecologia è stata tolta quando a Terracina governava il centro sinistra dell’allora sindaco Recchia, il quale non spese una sola parola contro quella strategica decisione dell’Asl.
Tanto e vero che a Roma e Latina aspettarono che il dirigente del reparto andasse in pensione per trasferire il tutto in quel di Fondi.
Altra gestione di riassetto sanitario penosa è stata concepita dall’ex governatrice Polverini, e per questo me ne rammarico perché sedevo sui banchi del Consiglio di via della Pisana.
Non voglio autoassolvermi per non aver fatto una battaglia vera e dura per contrastare l’ignavia della governatrice sul tema del riordino della sanità laziale, seppure stavo iniziando a mettere su un impianto di conoscenza importante di denuncia pubblica.
Poi sapete come è andata a finire: per condotte non proprio illuminate da parte di due consiglieri regionali: di centro destra e di centro sinistra, la presidentessa si dimise dalla carica, regalando a Zingaretti il governo regionale.
Non voglio dilungarmi poi nel parlare di uno di questi personaggi coinvolti, che nel frattempo, si raccontava, stesse traghettando i suoi voti verso un neonato partito politico, compresa la sua riconosciuta capacità di persuasione in materia di appalti pubblici.
Chiacchiere? Forse!
Ma come si dice in questi casi: la gente mormora.
O sarebbe meglio dire: quando l’alcol non si regge, è opportuno non fiatare, perché altrimenti si scoprono gli altarini di tanti affidamenti double face.
La sintesi di questo intervento potrebbe essere la seguente: chi è al governo di una città a un certo punto se non trova la quadra possibile per non farsi “fregare” i servizi fondamentali per la civile convivenza, deve avere il coraggio di indossare la FASCIA TRICOLORE e scendere brutalmente sulla strada della protesta plateale e continuata, fino alla soluzione del tema.
Ma evidentemente quel sindaco del centro sinistra dell’epoca e l’appena defenestrato, i cosiddetti non li hanno avuti, condannando così nel tempo la comunità terracinese a non contare nulla e la politica ancora meno.
Un invito, infine: abbiate il buon senso di tacere, perché forse troverete per strada qualche voto in più.
Gina Cetrone
Candidata a Sindaco di Terracina
Lista civica “Sì Cambia”