Come a un fuoco fatuo si riattizza la polemica sulla presenza di aitanti giovanotti, vestiti all’ultimo grido, non di “razza caucasica”, postulanti arditamente gli ingressi di tantissime attività commerciali, ritenute da una possibile “consorteria coordinatrice” utili a fare reddito detassato.
Giacché nessuno contesta sul serio tale vergognosa pratica, costoro stanno iniziando a essere sempre più arroganti nel chiedere un “Fiorino” per uscire dalla frontiera commerciale, mentre l’offerta “spontanea” rimane l’unica possibilità per svincolarsi dalla pressione del “muro” fisico e psicologico che si frappone per riconquistare la libertà dell’uscita.
Prepotenza che si evidenzia soprattutto nei confronti di donne non accompagnate.
Allora, considerata l’escalation in corso e per evitare situazione di disagio per le cittadine e i cittadini terracinesi, oltre che per i graditi ospiti della città turistica, sarebbe buona cosa che gli esercenti le attività commerciali presidiate, dai non “caucasici”, si facessero parte diligente per debellare l’odiosa piaga.
Questo in considerazione anche della latitanza della politica indigena: molle come carne tremula di fronte a tale e grave problematica.
Premetto infine che:
Vorrei soltanto evitare che tali soggetti, dall’oggi al domani, non mi mettessero le mani addosso, casomai appellandomi anche come “razzista della peggiore specie”.
Buona “Liberazione” a tutti.
Lettera firmata