Lo spazio fisico che è stato scelto dall’ente locale in illo tempore per ricordare la tragedia delle “Foibe” è forse inadeguato per rappresentare la storia che si vuole perpetrare anche alle nuove generazioni, perché Largo Martiri delle Foibe è un “nonluogo”.
Come sosteneva Marc Augè nel suo bel libro “I nonluoghi”: “vi sono spazi della provvisorietà e del passaggio, spazi attraverso cui non si possono decifrare né relazioni sociali, né storie condivise, né segni di appartenenza collettiva”.
Largo Martiri delle Foibe è dunque questo: un “nonluogo” che al massimo può rappresentare la superficialità e la provvisorietà dell’agire politico di certa classe dirigente.
E’ tempo forse di cambiare luogo fisico per non incidere negativamente sulla memoria delle migliaia di cittadini italiani “infoibati”.
Con tutto il rispetto possibile.
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