La questione afferente alla gestione dello stadio e più marcatamente degli impianti sportivi insistente sulla “Cittadella dello sport” di San Martino, in questi ultimi decenni è stato ZERO o quasi, in fatto di manutenzioni.
Oggi, considerato il salto di categoria in Serie D del Terracina calcio 1925, il rifacimento del manto erboso del campo Colavolpe non più rinviabile, sta lasciando per strada polemiche politiche, e scontenti forti i tifosi e gli sportivi terracinesi.
Andando con ordine, ieri il consigliere Alessandro Di Tommaso, già assessore al tempo della giunta Tintari, ha pubblicato un intervento stampa il cui concetto fondante si dipana come di seguito:
“…Questa settimana, in commissione bilancio, ho affermato con forza che abbiamo 300.000€ di risorse NON spese per i lavori pubblici parcheggiati nel bilancio 2024, ma per lo stadio da quel capitolo ne sono stati prelevati SOLO 36.000€ per:
– Sfalcio del verde del campo e dell’area circostante
– Trasporto e smaltimento erba secca in discarica autorizzata
– Fresatura del terreno
– Posa dei semi adatti alla stagione e alla zona climatica
– Irrigazione (almeno 3 volte a settimana per 2 settimane)
Troppo poco e troppa approssimazione.
La maggioranza non ha idee e progetti, ma sopratutto, dopo un anno di foto e selfie, ha dimostrato di non avere il rispetto per Terracina che è una piazza importante che merita risposte serie”.
Quella di Di Tommaso è la plastica rappresentazione di un procedere dell’amministrazione comunale, che non è confortante per la società dei fratelli Baioni, il tutto a poche settimane dall’inizio della stagione agonistica.
Per evitare ulteriori polemiche o per non essere tacciati di essere disfattisti e vogatori perenni contro la politica e l’amministrazione politica, che tenta di governare Terracina, ci facciamo aiutare da un tecnico della materia.
Il tecnico è Domenico Bartoli, terracinese, diplomato all’istituto agrario, progettista e realizzatore di giardini.
Domenico Bartoli, ci ha inviato una sorta di relazione tecnica, a costo zero, di quello che servirebbe al manto erboso dello stadio Colavolpe.
Che sicuramente non è nella dimensione temporale e di impegno finanziario stabilito dalla Giunta e dalla maggioranza terracinese.
Ci relaziona Bartoli:
“Sono stato sul campo un pomeriggio per fare un sopralluogo.
La bacchetta magica era l’unica soluzione anche perché il campionato era in corso e le rizollature alla San Siro degli anni 90 non fanno parte delle soluzioni attuabili.Io non volevo nemmeno andarci ma un caro amico mi ha spinto a farlo per puro favore. Primo evidente problema di quel campo è il drenaggio.
Ho detto a Mauro, ai dirigenti e agli addetti al campo che l’unica soluzione per aver un campo degno di nota era diserbare a fine campionato (con almeno un paio di step distanziati di 15 giorni e intervallati da uno sfalcio del secco residuale) tutta l’area verde del campo di gioco e soprattutto che prima e poco dopo i diserbi il campo doveva essere regolarmente irrigato e possibilmente concimato.
Questo perche il diserbante fa effetto sulla fase attiva di crescita.
L’obiettivo è quello di eliminare qualsiasi infestante ma soprattutto la Gramigna (Cynodon dactylon) presente in maniera evidentissima.
Dopo il secondo diserbante (e soprattutto senza aver mai fino a questo momento mosso nemmeno una zolla con una paletta da spiaggia) va valutata la situazione e se la bonifica del fondo è andata a buon fine si può procedere a semine in purezza.
Il discorso è pero molto ampio: se si seminano microterme (Loietti e Festuca arundinacea) su quel campo si deve solo ed esclusivamente giocare la partita della Domenica.
Zero allenamenti.
Cosi facendo quel terreno di gioco sarà bello e duraturo.
C’è anche l’opzione macroterma: il prato dello stadio Olimpico di Roma è costituito da Ibrido di Gramigna (è molto più piccola della specie selvatica presente ora sul nostro terreno di gioco) ma il Coni per mantenere verde d’inverno quel prato spende in trasemine settimanali e soprattutto in coloranti vegetali.
Morale della favola: se il secco che ho visto in alcune foto la settimana scorsa è un secco dovuto agli interventi di diserbo, allora vuol dire che il procedimento è ok.
Se è un secco dovuto alla mancanza di irrigazione e adesso passano la fresa e seminano quel prato sarà bello (magari anche bellissimo) fino a dicembre per poi andare incontro ad un inesorabile declino.
Scrivo qui quello che dissi a loro: se non mettono mano a soldi veri per rifare professionalmente il campo ripartendo dai drenaggi l’unica soluzione è caricare leggermente al centro per dare pendenze laterali per lo scorrimento dell’acqua ,un livellamento con sabbia silicea e una trasemina addirittura con l’ibrido di Gramigna ricorrendo poi ad un paio di trasemine di loietto.
Sarà un prato misto, non professionalmente adeguato ma se non elimino il nemico (la Gramigna) allora cerco di sfruttare sua cugina (la Gramignina) per ottenere il massimo risultato con quello che ho tra le mani”.
Allora come la mettiamo?
Dove stiamo andando a parare con le iniziative che l’amministrazione ha fatto trapelare alla società, ai tifosi, alla città?
Ha ragione Di Tommaso e ha ragione Bartoli: c’è bisogno in un intervento professionale adeguato finanziariamente e non interventi tampone che non servono ad una società e all’immagine sportiva e organizzativa di una città importante come Terracina.
e.
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