Nei giorni scorsi si è svolta presso l’isola di Capraia, vera perla del Parco nazionale dell’arcipelago Toscano, posta nel cuore del Santuario dei Cetacei, unica tra le isole del Mar Mediterraneo che possa dirsi 100% “rinnovabile” riuscendo a soddisfare l’intero fabbisogno di elettricità con un impianto pilota dell’ENEL alimentato a biodiesel, il Convegno internazionale Capraia Smart Island2019, una vera vetrina nazionale e internazionale delle soluzioni di ecosostenibilità, con la presenza dei massimi esperti nel campo della sostenibilità e dell’ecologia, con l’obiettivo comune di confrontare e individuare strategie, politiche, progetti ed iniziative sull’economia circolare e la bioeconomia, e per fare il punto sulle ultime innovazioni e scambiare informazioni su attività in corso e quelle in avvio. Il programma e’ stato centrato su tre focus principali: Energia, Rifiuti, Agricoltura.
In questo prestigioso contesto è stato presentato a livello nazionale il nuovo “Vademecum per una strategia Plastic Free” di Legambiente e Chimica Verde BIONET.
LOGO DEL VADEMECUM PER UNA STRATEGIA PLASTIC FREE DI LEGAMBIENTE E CHIMICA VERDE BIONET
“Il nostro lavoro territoriale con la Rete Plastic Free Beaches Terracina con il prezioso coordinamento di Felice Di Spigno, Presidente SIB Balneari di Terracina, e ancora di più la raccolta che abbiamo fatto delle molte opinioni in merito alla adozione di delibere o ordinanze #plasticfree tra i membri della rete, come albergatori, ristoratori, balneari, scuole, gestori dei rifiuti e idrici e esercenti commerciali, nonché uno studio approfondito sulle implicazioni legali, valutando i tanti ricorsi che purtroppo ci sono stati, avversi a delibere e ordinanze #plasticfree, considerando le più stringenti, e anche l’analisi delle implicazioni del ciclo di smaltimento dei materiali bioplastici (compostabili e biodegradabili) e i loro impatti sulle ditte gestori e sugli impianti di trattamento, ci avevano portato già mesi fa ad elaborare una proposta tecnica di delibera e inviarla ufficialmente al Sindaco di Terracina, ormai il lontano 19 febbraio scorso, proposta di cui si è parlato molto in questi giorni sui giornali della provincia purtroppo non perché finalmente deliberata dal nostro Comune, ma perché oggetto di una grave azione da parte delle sezioni locali di due importanti associazioni ambientaliste nazionali. La nostra proposta tecnica era infatti subito entrata a far parte dei documenti di base con i quali si è cominciato ad elaborare il vademecum per aiutare gli Enti a implementare strategie e politiche “plastic free”. Inoltre il nostro Circolo ha anche contribuito alla raccolta delle delibere e ordinanze di tutti i Comuni d’Italia e alla classificazione dei materiali bioplastici (biodegradabili e compostabili) con la validazione delle dichiarazioni di conformita’ e dei marchi esistenti a livello italiano. Insomma un lavoro che ha abbracciato sia gli obiettivi di Legambiente che di Chimica Verde, proprio nell’ottica dell’attuazione corretta della Direttiva SUP- che vieta, a partire dal 2021, il consumo di articoli monouso in plastica sul territorio europeo spingendo verso materiali biodegradabili e compostabili, e che rappresenta una delle misure cardine della Plastics Strategy UE insieme al controllo delle microplastiche” – dichiara Anna Giannetti, Presidente del Circolo.
“Un vademecum di riferimento per i Comuni è finalmente pronto per l’uso anche grazie al gruppo di lavoro, – e vogliamo ringraziare qui il Circolo Legambiente di Terracina anche come Punto Chimica Verde Bionet per la Plastic Strategy- e tutti coloro che a vario titolo hanno collaborato. Il vademecum è pur sempre un work in progress che sarà costantemente aggiornato e a breve completeremo tutti gli allegati del vademecum. La riduzione nell’uso della plastica monouso è una sfida complessiva che va affrontata in modo scientifico e metodologico. Non deve e non può diventare una battaglia di principio contro tutta la plastica, ma siamo convinti, dai dati che stiamo raccogliendo, che dobbiamo impedire i notevoli impatti che la sua dispersione nell’ambiente sta causando. Riduzione, sensibilizzazione e sostituzione del monouso in plastica, laddove non si può eliminare. Questa è la ricetta da mettere in campo. Un importante ruolo in questa rivoluzione lo possono giocare quindi anche le plastiche biodegradabili e compostabili. Negli ultimi cinque anni, si legge nell’ultimo rapporto ASSOBIOPLASTICHE 2018, la trasformazione di bioplastiche in Italia è aumentata del +86% fino a raggiungere l’anno scorso 73mila tonnellate (contro le 61.000 ton del 2016 e le 39.000 ton del 2012), mentre il giro d’affari è aumentato del +49%, dai 367 milioni del 2012 ai 545 milioni di euro dell’anno scorso. In crescita nel quinquennio anche il numero delle aziende, nel complesso 240 (+69% rispetto alle 143 del 2012) e il numero degli addetti, pari a 2.450 unità (+92%). E’ quindi sicuramente vero che con la grande esperienza industriale italiana in merito alle bioplastiche e ai nuovi materiali, possiamo veramente come Italia fare la differenza e incidere sia sui consumi e i nuovi stili di vita che sul ciclo dei rifiuti, aumentando la plastica compostabile da inserire nel ciclo dell’umido, rispettando la norma EN 13432.” dichiarano Giorgio Zampetti, Direttore Generale Legambiente nazionale e Sofia Mannelli, Presidente Chimica Verde Bionet”.