Sul nostro territorio negli ultimi tempi sono state diverse le segnalazioni di prodotti erbicidi e pesticidi non conformi ai criteri standard e ultimamente sono stati addirittura sequestrati centinaia di chili di fitofarmaci mal conservati e non sicuri e questo testimonia, ce ne fosse ancora bisogno, la gravita’ del problema nella nostra zona. Inoltre la rete di monitoraggio ISPRA nell’Agro Pontino, seppur carente in termini di punti di prelievo, soprattutto nelle zone di Sabaudia, di Pontinia e di Terracina riportano da tempo un notevole livello di contaminazione dei corpi idrici, http://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_282_2018.pdf cosi come secondo i dati epidemiologici delle patologie indotte dall’abuso di erbicidi e pesticidi, http://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/01/2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale.pdf risultano in aumento le patologie correlate, rendendo necessario procedere ad una veloce trasformazione della produzione agricola senza uso della chimica a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Inoltre come affermato dal Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, nel recente appello lanciato proprio da Legambiente per un modello agroecologico, https://www.legambiente.it/lappello-di-legambiente-scienziati-e-docenti-per-un-modello-agroecologico/ “il modello agricolo basato sull’agricoltura intensiva sta provocando innegabilmente una significativa perdita di fertilità e di sostanza organica dei suoli: secondo le Nazioni Unite ogni anno scompaiono 24 miliardi di tonnellate di terra fertile con un tasso di erosione tra le 10 e le 40 volte superiore alla capacità di rigenerazione; mentre secondo l’ISPRA circa il 40% dei terreni coltivati intensivamente andrà perso entro il 2050 se non verranno modificate tecniche e ordinamenti colturali. A livello globale, il settore agricolo contribuisce per il 25% alle emissioni di gas climalteranti e costituisce la principale causa di perdita della biodiversità naturale”.
Il 16 gennaio scorso il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione che individua le priorità del principio di trasparenza, di tutela dell’ambiente e della salute puntando alla revisione della procedura di autorizzazione dei fitosanitari nell’Unione Europea http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2019-0023_IT.html?redirect, mentre il 28 gennaio scorso è stata presentata alla Camera dei Deputati la mozione promossa da Rossella Muroni (Ex Presidente Legambiente nazionale) – prima firmataria, con Serse Soverini, Giuseppina Occhionero, Federico Conte per applicare il divieto dell’utilizzo dei pesticidi nel nostro Paese che mira a promuovere un monitoraggio uniforme a livello nazionale sulla contaminazione da fitofarmaci nelle acque, a prevedere misure per un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci e per favorire la diffusione di pratiche sostenibili e amiche del clima, come l’agricoltura biologica. http://www.camera.it/leg18/1132?shadow_primapagina=8452 La mozione è stata approvata all’unanimita’ il 26 febbraio scorso, mentre è attualmente in discussione al Senato la proposta di legge sul biologico, il DDL 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/51061.htm
Al convegno “Agricoltura libera da pesticidi” del 18 febbraio scorso, a Roma, Legambiente ha presentato il Dossier 2019 “Stop Pesticidi” https://www.legambiente.it/legambiente-presenta-il-dossier-stop-pesticidi/ a cura di Daniela Sciarra, responsabile filiere agroalimentari Legambiente. Il dossier di Legambiente “Stop Pesticidi” riporta i dati elaborati nel 2017 dai laboratori pubblici italiani accreditati per il controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti. Tali strutture hanno inviato i risultati di 9.939 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza italiana ed estera, genericamente etichettati dai laboratori come campioni da agricoltura non biologica. L’elaborazione dei dati prevede la loro distinzione in frutta, verdura e trasformati. In questa edizione sono stati inseriti anche i dati sui campioni di origine animale, tra cui carne, latte, uova e omogeneizzati. La quantità di residui derivanti dall’impiego dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che i laboratori pubblici regionali hanno rintracciato in campioni di ortofrutta e prodotti trasformati, resta elevata. Ma il problema vero è il multiresiduo, che la legislazione europea non considera come non conforme se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell’organismo umano. Il multiresiduo è più frequente del monoresiduo: è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo. Le sostanze più presenti nei campioni analizzati sono, nell’ordine: il boscalid, il chlorpyrifos e il fludioxonil. Al quarto e quinto posto troviamo il metalaxil e il captan, entrambi fungicidi, mentre in sesta posizione l’imidacloprid, insetticida neonicotinoide di cui, per tutelare gli impollinatori, è entrato in vigore il divieto di utilizzo a partire dal 2019.
“Solo una modesta quantità del pesticida irrorato in campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio. Tutto il resto si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con conseguenze che dipendono anche dal modo e dai tempi con cui le molecole si degradano dopo l’applicazione – dichiara Daniela Sciarra, responsabile delle filiere agroalimentari di Legambiente e curatrice del dossier Stop Pesticidi – e le conseguenze si esplicano nel rischio di inquinamento delle falde acquifere e nel possibile impoverimento di biodiversità vegetale e animale. Effetti ai quali ancora oggi non si dà il giusto peso, nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato le conseguenze che l’uso non sostenibile dei pesticidi produce sulla biodiversità e sul suolo. Per questo auspichiamo che il futuro Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi preveda obiettivi ambiziosi e tempi rapidi per la loro riduzione; il rafforzamento del sistema dei controlli sugli alimenti e l’adozione di misure a tutela della salute delle persone”.
Il 21 ed il 22 febbraio scorso inoltre, Legambiente ha inaugurato il suo primo Polo nazionale per l’agroecologia. Gli scopi principali di questo progetto sono quelli di promuovere l’agroecologia circolare, la lotta ai cambiamenti climatici e mettere fine all’uso dei pesticidi. Il Circolo Legambiente di Terracina anche alla luce della revisione e futura attuazione del Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi si propone come attivatore sul proprio territorio di tutte le iniziative che verranno formulate dal Polo soprattutto con riferimento alla riduzione degli impatti ambientali del settore agricolo, favorendo al contempo il riutilizzo di prodotti di scarto, riducendo al minimo gli sprechi di acqua ed energia, l’utilizzo di materiali biodegradabili e riciclabili,.
In tempi brevi il Circolo di Terracina insieme a Legambiente Lazio e Legambiente nazionale organizzerà proprio a Terracina un importante convegno sul tema dell’Agroecologia e della riduzione dei pesticidi a ulteriore sostegno dell’azione della Consigliera delegata Anna Maria Speranza del Comune di Terracina, presidente della III Commissione Consiliare, Comune che potrebbe così essere tra i primi ad avere un regolamento comunale sull’uso di fitofarmaci, aderente alle specifiche del Pan con l’obbligo da parte degli utilizzatori di una cartellonistica chiara su orari di irrorazione, tipologia di sostanza e una serie di altre informazioni, e il rispetto delle distanze tra privati cittadini.