sabato 23 Novembre 2024,

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Terracina. Legambiente Pisco Montano lancia iniziative per lo “Stop Pesticidi”

scritto da Redazione
Terracina. Legambiente Pisco Montano lancia iniziative per lo “Stop Pesticidi”

Sul nostro territorio negli ultimi tempi sono state diverse le segnalazioni di prodotti erbicidi e pesticidi non conformi ai criteri standard e ultimamente sono stati addirittura sequestrati centinaia di chili di fitofarmaci mal conservati e non sicuri e questo testimonia, ce ne fosse ancora bisogno, la gravita’ del problema nella nostra zona. Inoltre la rete di monitoraggio ISPRA nell’Agro Pontino, seppur carente in termini di punti di prelievo, soprattutto nelle zone di Sabaudia, di Pontinia e di Terracina riportano da tempo un notevole livello di contaminazione dei corpi idrici, http://www.isprambiente.gov.it/files2018/pubblicazioni/rapporti/Rapporto_282_2018.pdf cosi come secondo i dati epidemiologici delle patologie indotte dall’abuso di erbicidi e pesticidi, http://www.isde.it/wp-content/uploads/2018/01/2017.12.-Contaminazione-pesticidi-Italia-finale.pdf risultano in aumento le patologie correlate, rendendo necessario procedere ad una veloce trasformazione della produzione agricola senza uso della chimica a tutela dell’ambiente e della salute pubblica. Inoltre come affermato dal Presidente di Legambiente Stefano Ciafani, nel recente appello lanciato proprio da Legambiente per un modello agroecologico, https://www.legambiente.it/lappello-di-legambiente-scienziati-e-docenti-per-un-modello-agroecologico/ “il modello agricolo basato sull’agricoltura intensiva sta provocando innegabilmente una significativa perdita di fertilità e di sostanza organica dei suoli: secondo le Nazioni Unite ogni anno scompaiono 24 miliardi di tonnellate di terra fertile con un tasso di erosione tra le 10 e le 40 volte superiore alla capacità di rigenerazione; mentre secondo l’ISPRA circa il 40% dei terreni coltivati intensivamente andrà perso entro il 2050 se non verranno modificate tecniche e ordinamenti colturali. A livello globale, il settore agricolo contribuisce per il 25% alle emissioni di gas climalteranti e costituisce la principale causa di perdita della biodiversità naturale”.

 

Il 16 gennaio scorso il Parlamento europeo ha approvato la risoluzione che individua le priorità del principio di trasparenza, di tutela dell’ambiente e della salute puntando alla revisione della procedura di autorizzazione dei fitosanitari nell’Unione Europea http://www.europarl.europa.eu/doceo/document/TA-8-2019-0023_IT.html?redirect, mentre il 28 gennaio scorso è stata presentata alla Camera dei Deputati la mozione promossa da Rossella Muroni (Ex Presidente Legambiente nazionale) – prima firmataria, con Serse Soverini, Giuseppina Occhionero, Federico Conte per applicare il divieto dell’utilizzo dei pesticidi nel nostro Paese che mira a promuovere un monitoraggio uniforme a livello nazionale sulla contaminazione da fitofarmaci nelle acque, a prevedere misure per un utilizzo più responsabile dei fitofarmaci e per favorire la diffusione di pratiche sostenibili e amiche del clima, come l’agricoltura biologica. http://www.camera.it/leg18/1132?shadow_primapagina=8452 La mozione è stata approvata all’unanimita’ il 26 febbraio scorso, mentre è attualmente in discussione al Senato la proposta di legge sul biologico, il DDL 988 “Disposizioni per la tutela, lo sviluppo e la competitività della produzione agricola, agroalimentare e dell’acquacoltura con metodo biologico” http://www.senato.it/leg/18/BGT/Schede/Ddliter/51061.htm

 

Al convegno “Agricoltura libera da pesticidi” del 18 febbraio scorso, a Roma, Legambiente ha presentato il Dossier 2019 “Stop Pesticidi” https://www.legambiente.it/legambiente-presenta-il-dossier-stop-pesticidi/ a cura di Daniela Sciarra, responsabile filiere agroalimentari Legambiente. Il dossier di Legambiente “Stop Pesticidi” riporta i dati elaborati nel 2017 dai laboratori pubblici italiani accreditati per il controllo ufficiale dei residui di prodotti fitosanitari negli alimenti. Tali strutture hanno inviato i risultati di 9.939 campioni di alimenti di origine vegetale e animale, di provenienza italiana ed estera, genericamente etichettati dai laboratori come campioni da agricoltura non biologica. L’elaborazione dei dati prevede la loro distinzione in frutta, verdura e trasformati. In questa edizione sono stati inseriti anche i dati sui campioni di origine animale, tra cui carne, latte, uova e omogeneizzati. La quantità di residui derivanti dall’impiego dei prodotti fitosanitari in agricoltura, che i laboratori pubblici regionali hanno rintracciato in campioni di ortofrutta e prodotti trasformati, resta elevata. Ma il problema vero è il multiresiduo, che la legislazione europea non considera come non conforme se ogni singolo livello di residuo non supera il limite massimo consentito, benché sia noto da anni che le interazioni di più e diversi principi attivi tra loro possano provocare effetti additivi o addirittura sinergici a scapito dell’organismo umano. Il multiresiduo è più frequente del monoresiduo: è stato ritrovato nel 18% del totale dei campioni analizzati, rispetto al 15% dei campioni con un solo residuo. Le sostanze più presenti nei campioni analizzati sono, nell’ordine: il boscalid, il chlorpyrifos e il fludioxonil. Al quarto e quinto posto troviamo il metalaxil e il captan, entrambi fungicidi, mentre in sesta posizione l’imidacloprid, insetticida neonicotinoide di cui, per tutelare gli impollinatori, è entrato in vigore il divieto di utilizzo a partire dal 2019.

 

“Solo una modesta quantità del pesticida irrorato in campo raggiunge in genere l’organismo bersaglio. Tutto il resto si disperde nell’aria, nell’acqua e nel suolo, con conseguenze che dipendono anche dal modo e dai tempi con cui le molecole si degradano dopo l’applicazione – dichiara Daniela Sciarra, responsabile delle filiere agroalimentari di Legambiente e curatrice del dossier Stop Pesticidi –  e le conseguenze si esplicano nel rischio di inquinamento delle falde acquifere e nel possibile impoverimento di biodiversità vegetale e animale. Effetti ai quali ancora oggi non si dà il giusto peso, nonostante numerosi studi scientifici abbiano dimostrato le conseguenze che l’uso non sostenibile dei pesticidi produce sulla biodiversità e sul suolo. Per questo auspichiamo che il futuro Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi preveda obiettivi ambiziosi e tempi rapidi per la loro riduzione; il rafforzamento del sistema dei controlli sugli alimenti e l’adozione di misure a tutela della salute delle persone”.

 

Il 21 ed il 22 febbraio scorso inoltre, Legambiente ha inaugurato il suo primo Polo nazionale per l’agroecologia. Gli scopi principali di questo progetto sono quelli di promuovere l’agroecologia circolare, la lotta ai cambiamenti climatici e mettere fine all’uso dei pesticidi. Il Circolo Legambiente di Terracina anche alla luce della revisione e futura attuazione del Piano d’azione nazionale sull’uso sostenibile dei pesticidi si propone come attivatore sul proprio territorio di tutte le iniziative che verranno formulate dal Polo soprattutto con riferimento alla riduzione degli impatti ambientali del settore agricolo, favorendo al contempo il riutilizzo di prodotti di scarto, riducendo al minimo gli sprechi di acqua ed energia, l’utilizzo di materiali biodegradabili e riciclabili,.

 

Il 2 maggio scorso Legambiente Terracina, rappresentata dalla dott.ssa Regina Scattola e dalla dott.ssa Ida Di Girolamo, entrambe esperte di settore, ha partecipato, su invito, alla III Commissione consiliare del Comune di Terracina, presieduta dalla Consigliera Anna Maria Speranza, delegato Agricoltura, che si era già incontrata il 12 marzo scorso per discutere sul nuovo regolamento da attuare sull´uso dei pesticidi e fitofarmaci in agricoltura.

 

“Siamo soddisfatti che il Comune di Terracina stia procedendo alla redazione del Regolamento e che abbia deciso di invitare come parte audita anche la nostra Associazione, che rappresenta una delle Associazioni più attive nel settore con un Rapporto annuale sui Pesticidi molto prestigioso e un dipartimento attivo e competente a livello nazionale. Pero’ molto si può fare anche andando oltre la politica nazionale corrente – dichiara Regina Scattola, esperta di colture biodinamiche e apicultrice, consigliere del Direttivo del Circolo Legambiente di Terracina, con delega alla Agroecologia – per ridurre i rischi e le conseguenze negative che un utilizzo non corretto dei pesticidi ha determinato e continua a determinare sull’ambiente. Purtroppo questi vengono usati troppo e male anche attraverso un sistema di deroghe e di illegalità che andrebbe più controllato. Va incentivato il rispetto di fasce tampone, non soggette a trattamenti, dai corpi idrici, per minimizzare il rischio di inquinamento dei corsi d’acqua, la diffusione di tecniche alternative al mezzo chimico e la tutela della biodiversità, con una particolare attenzione verso le aree protette come le scuole, case di riposo, Parchi e Riserve Naturali.  Inoltre troppo spesso si incontrano nelle nostre zone braccianti agricoli al pronto soccorso, per aver respirato ed esser stati in contatto con grandi quantità di pesticidi. Colpiti sono soprattutto soggetti deboli come giovanissimi, immigrati e donne anziane. Allora è necessario attivare corsi di formazione per insegnare i rischi e tutelare la loro salute ed è necessario dare sostegno alle iniziative volte al contrasto del caporalato, perché dove non c’è rispetto del lavoro e della legalità è assai difficile che ci sia rispetto della salute dei cittadini e dell’ambiente. Ribadisco poi che una fiorente economia non viene tratta solo da colture intensive ma anche da colture biologiche e biodinamiche come ci mostrano già Germania, Francia, Svizzera e molti altri paesi. A Terracina abbiamo recentemente assistito a gravi morie di api, soprattutto nella zona del Monumento Naturale di Camposoriano, che comunque sono state segnalate alle Autorità Sanitarie e che necessitano di approfondimenti. Ho personalmente notato, come apicultrice, nell’ultimo anno la scomparsa di 7 famiglie di api sulle 8 totali in una zona totalmente immersa nel Parco degli Ausoni, zona che dovrebbe pertanto essere protetta. E proprio le api sono straordinari indicatori biologici per valutare lo stato di salute ambientale e le variazioni ecologiche dovute all´effetto di una o più sostanze inquinanti presenti nei paraggi. Insomma, la produzione del miele non è il solo motivo per cui è importante salvaguardarle: è in gioco qualcosa di molto più grande. E’ poi auspicabile l´applicazione di accurati controlli e monitoraggi periodici specialmente nelle aree protette come Parchi e Monumenti naturali per tutelare ai fini della biodiversità, suolo, acqua, aria e le specie protette. Ricordiamo infatti che a partire dai primi anni del 2000 sono stati introdotti pesticidi di nuova generazione, i neonicotinoidi e nel 2008, in Italia si è verificata la prima massiccia moria di api, con la scomparsa di metà del patrimonio apistico nazionale. Interi apiari si sono improvvisamente svuotati, centinaia di migliaia di api sono state sterminate, proprio all’inizio della stagione del raccolto. La comunità degli apicoltori è pero’ immediatamente corsa ai ripari, attivando tutti gli strumenti di conoscenza e studio, e in breve tempo si è giunti alla conclusione che l´uso di neonicotinoidi aveva determinato la strage. L’evidenza della relazione fra uso di neonicotinoidi e moria delle api, ha quindi indotto il governo a sospenderne l’uso. Inoltre la revisione imminente del Piano dell’Agricoltura Nazionale per l’uso sostenibile dei prodotti fitosanitari che ne regolamenterà l’uso sostenibile nel quinquennio 2019-2024, attualmente in fase di elaborazione da parte del Comitato tecnico-scientifico e che sara’ portato in approvazione definitiva alla fine di quest’anno, deve quindi necessariamente prevedere l’applicazione delle misure già fissate, ancora oggi spesso inattuate, mettendo al centro la tutela dell’ambiente e della salute, le produzioni di qualità, le competenze che derivano dal modello agro-ecologico e dall’agricoltura biologica e la sfida del cambiamento climatico. Oltre a essere il settore più vulnerabile, l’agricoltura è infatti una fonte importante di gas climalteranti”.

Inoltre è necessario ribadire l’importanza del progetto di Legambiente Terracina sviluppato nell’ambito della convenzione tra il Circolo Legambiente di Terracina e l’ITS A. Bianchini, con il supporto del Dipartimento Scientifico di Legambiente nazionale e il Dipartimento Scuola e Formazione di Legambiente nazionale, e finanziato dal MIUR nel contesto del PON MIUR- Alternanza Scuola Lavoro “Da Goletta Verde alle Sentinelle del Mare”, che sta consentendo, acquisendo conoscenze e competenze e dotando il laboratorio di strumenti e strutture idonee, di poter estendere il monitoraggio periodico anche ai fertilizzanti chimici (fosfati e nitrati), alle sostanze tossiche e non biodegradabili quali metalli pesanti, oli minerali, idrocarburi, ammoniaca, solventi. Inoltre il Circolo porta avanti da anni iniziative anche nelle scuole primarie con la creazione di orti e frutteti didattici senza pesticidi e mira ad insegnare alle nuove generazioni una gestione naturale, salutare dell’agricoltura. Da questo impegno nasce una altra esperienza di successo nata dalla Convenzione del Circolo Legambiente Terracina con l’IC Milani di Terracina che si è concretizzata con un progetto finanziato dal MIUR, il PON MIUR “La Scuola Verde fuori della Porta”, dedicato all’acquisizione di corrette abitudini alimentari favorendo la lotta allo spreco alimentare e il riuso della frazione organica dei rifiuti, in collaborazione con il Dipartimento nazionale Agricoltura di Legambiente.

 

In tempi brevi il Circolo di Terracina insieme a Legambiente Lazio e Legambiente nazionale organizzerà proprio a Terracina un importante convegno sul tema dell’Agroecologia e della riduzione dei pesticidi a ulteriore sostegno dell’azione della Consigliera delegata Anna Maria Speranza del Comune di Terracina, presidente della III Commissione Consiliare, Comune che potrebbe così essere tra i primi ad avere un regolamento comunale sull’uso di fitofarmaci, aderente alle specifiche del Pan con l’obbligo da parte degli utilizzatori di una cartellonistica chiara su orari di irrorazione, tipologia di sostanza e una serie di altre informazioni, e il rispetto delle distanze tra privati cittadini.

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