A dare l’anticipazione è l’edizione odierna de Il Messaggero che racconta dell’apertura di un fascicolo da parte del sostituto procuratore della DDA di Roma Corrado Fasanelli a carico dell’ex Presidente del Latina Calcio Pasquale Maietta. L’ipotesi di reato sarebbe quella di violenza o minaccia ad un corpo politico e amministrativo per fatti accaduti nel maggio 2015.
Lo scenario è quello del 6 maggio 2015 quando l’allora Sindaco di Terracina, ad oggi europarlamentare di Fratelli d’Italia, Nicola Procaccini, fu sfiduciato dai 13 consiglieri comunali. Erano i giorni caldi in cui sarebbero cadute due Giunte del centrodestra in provincia di Latina: quella di Procaccini per l’appunto e quella di Di Giorgi a Latina. Maietta era molto attivo politicamente sui due fronti. A Latina, peraltro, partecipò dietro ai banchi della Giunta al consiglio comunale infuocato che si tradusse nella fine dell’amministrazione Di Giorgi. Un maggio tremendo per Fratelli d’Italia, con l’ombra delle inchieste che intanto iniziavano a mordere nonostante non ci fossero stati ancora ordinanze e arresti. Di lì a poco, a ottobre 2015, quando a Latina la Giunta Di Giorgi era stata sostituita da un Commissario Prefettizio, ci sarebbero state le manette al Clan di Cha Cha e Travali e le prime contestazioni della magistratura in merito ai rapporti inopportuni di Maietta con Costantino Di Silvio (per il fatto specifico la posizione del deputato fu archiviata).
La fine delle due Giunte fu provocata dagli esacerbati litigi interni tra alleati, in particolare tra Fratelli d’Italia e Forza Italia con il senatore Claudio Fazzone a ordire la trama politica. Nel centrodestra, ieri come oggi, si litigava un po’ per tutto: la ragione ufficiale fu il cda di Acqualatina ma, da tempo, sia a Latina che a Terracina – su diversi fronti, compreso quello dell’urbanistica – si era ai ferri corti.
Una sfiducia concretizzatasi all’Hotel Fiordaliso di proprietà di Gianluca Corradini all’epoca in Forza Italia che, nelle elezioni amministrative successive, nel 2016, si candidò come sindaco perdendo al ballottaggio con Procaccini confermato come Sindaco. Quel giorno, 6 maggio 2015, dopo aver votato il bilancio, Procaccini fu sfiduciato nel contesto di un rocambolesco cambio di notai in quanto il professionista che avrebbe dovuto raccogliere e certificare le firme dei consiglieri comunali rinunciò all’incarico sostituto da un collega di Fondi.
È proprio nelle pieghe di quella sfiducia che, a distanza di sei anni, per quanto riportato da Il Messaggero, Maietta è ad oggi indagato dalla DDA. Secondo l’ipotesi investigativa, uno dei consiglieri di maggioranza, Umberto Di Mario, alla guida della sua auto, in direzione Latina, fu fermato, il 5 maggio 2015, per strada, da un’altra macchina da cui scese almeno un uomo che lo minacciò, intimandogli di non andare il giorno dopo a firmare la sfiducia contro Proccaccini.
A raccontarlo è stato anche Di Mario, intervistato da Report che ha mandato in onda, a dicembre 2020, una puntata su Raitre in cui riassumeva le vicende di Maietta e del suo mondo: dalla sua ascesa in politica ai suoi rapporti col boss Cha Cha Di Silvio, fino agli episodi più inquietanti dei suicidi dell’elettrauto D’Agostino e dell’avvocato Censi e al riciclaggio e all’associazione per delinquere oggetto del Processo Arpalo.
L’ex consigliere comunale di Terracina Di Mario spiegò a Report di essere stato avvicinato per strada da un’auto che, lampeggiando, gli chiedeva di accostare a bordo strada. Al che l’ex esponente dell’assise comunale, pensando in un primo momento di essere stato fermato da un’auto delle Forze dell’Ordine, si fermò e, dopo il suo riconoscimento da parte dell’uomo, gli veniva chiesto di ritirare la firma di sfiducia.
Di Mario raccontò di aver detto al misterioso uomo, o ai misteriosi uomini: “Ma che cazzo volete?“. E, infatti, nonostante le minacce, Di Mario rimase fermo nel suo proposito e Procaccini fu sfiduciato.
“Non sono stato coraggioso – ha detto Di Mario a Report – ma pazzo o deficiente“. Secondo la DDA, c’erano in quell’incontro due persone di etnia rom, di cui per ora non si conoscono le generalità, ai quali, a quanto pare, Maietta avrebbe commissionato l’intimidazione per far desistere dai suoi propositi l’allora consigliere Di Mario.
Prima dell’intervento su Di Mario, l’allora vice sindaco di Procaccini, Gianfranco Sciscione, ha dichiarato, sempre nel corso del servizio di Report, che Pasquale Maietta gli telefonò definendo Di Mario “pezzo di merda” e chiedendogli di fermare il consigliere comunale.
Dopo pochi mesi da quell’episodio, almeno tre consiglieri comunali che avevano firmato la sfiducia sono stati ascoltati dalla Procura di Latina. Uno di loro, per di più, si è recato spontaneamente dagli inquirenti per denunciare l’intimidazione subita da Di Mario ed è stato ascoltato come persona informata dei fatti. L’ex consigliere Di Mario, almeno in quei frangenti, interrogato dagli inquirenti, pare non abbia riconosciuto chi l’aveva intimidito. Se sia stato oggetto di pressioni o meno, saranno gli inquirenti a stabilirlo considerato che di materiale ce ne sarebbe abbastanza per scrivere un romanzo.
Eppure questa storia aveva avuto anche altre anticipazioni locali, ben prima del dicembre 2020 con Report.
Nicola Procaccini, infatti, fu bersaglio di precise accuse da parte di un cittadino di Terracina, Angelo Nardoni (candidato alle Comunali di Terracina nel 2016 con la lista civica Alba Serena) che, durante il noto programma Monitor in onda su LazioTv, raccontò nel 2019 di due fatti molto gravi (leggi di seguito l’articolo dell’epoca pubblicato su Latina Tu).
Secondo Nardoni (video a seguire), dopo la fine del consiglio comunale del 2015 a Terracina, con la decisione ormai presa da parte di alcuni consiglieri comunali di firmare da un notaio la sfiducia al Sindaco, un consigliere comunale sarebbe stato bloccato per strada, insieme alla famiglia, da due imprecisati individui armati. Si riferiva chiaramente a Di Mario.
Nardoni, nel corso di Monitor, lasciò intendere che gli individui armati fossero legati al clan Di Silvio o a quelle che erano le loro diramazioni a Terracina. Aggiungeva Nardoni che tale episodio era stato già rendicontato in un apposito esposto alla Procura della Repubblica e che per capire chi fossero gli armati sarebbe stato sufficiente acquisire il video del Consiglio Comunale di Terracina risalente al 5 maggio 2015.
Al fine di rafforzare quanto detto, Angelo Nardoni concludeva che, durante un’assemblea al Frasso (un’area del Comune di Terracina), collocata da lui stesso nel 2013 e presieduta da Nicola Calandrini, Nicola Procaccini (che arrivò in ritardo ma era annunciato) e Pasquale Maietta, fu cacciato da un servizio d’ordine molto particolare poiché diretto da Cha Cha Di Silvio, il capoclan del sodalizio Travali/Morelli coinvolto nell’operazione Don’t Touch e team manager occulto del Latina Calcio ai tempi di Maiettopoli.
Per quelle circostanze raccontate da Nardoni (che le ha poi ribadite su Report, vedi link), l’attuale senatore di Fratelli d’Italia Nicola Calandrini si augurò, sempre nella trasmissione televisiva Monitor, che Proccaccini querelasse il medesimo Nardoni (vedi video di seguito), il quale non si è perso d’animo dando del bugiardo all’esponente pontino di Fratelli d’Italia negli scranni di Palazzo Madama.
Alla fine della corsa, ad oggi, dopo anni, sappiamo che c’è un’inchiesta su Pasquale Maietta indagato proprio per quei fatti inquietanti avvenuti a Terracina, in una stagione sicuramente brutta dove alcuni confini erano stati piallati da indicibili relazioni.