Non ho intenzione di gettare la croce addosso a nessuno degli amministratori dell’altro ieri o di ieri per le condizioni, pessime, in cui hanno lasciato i cittadini a causa di una cervellotica pista ciclabile (utilissima se progettata tenendo conto del luogo e della storia) e per una viabilità connessa che grida vendetta.
Ma chi ambisce a un posto in consiglio comunale la prossima tornata elettorale dovrebbe prendere coscienza piena su quelle che sono le difficoltà alle quali è sottoposto il viale Circe e le traverse annesse, come quella che l’ha colpito questa mattina.
Si accorgerebbe, soprattutto il defenestrato dell’ultima ora, che per mettersi una medaglietta di latta sul petto ha inguaiato interi quartieri e una strada che era il punto d’orgoglio turistico di Terracina.
Questa mattina, una normale domenica di luglio, sul lungomare Circe si è verificato il delirio e sfiorato in più momenti la probabilità di gravi incidenti stradali.
Il tutto è nato dalla mancata informazione e controllo delle vie di accesso poste a nord della città, per intenderci il divieto che impone a chi transita da via Friuli Venezia Giulia di non immettersi sul viale Circe.
Invece, anche per indisciplina assoluta di centinaia di automobilisti non indigeni, questi si sono introdotti contromano causando intasamenti, ritardi e pericoli alla circolazione stradale.
Disagi subiti anche per chi sul viale ci lavora: gli addetti allo scarico delle merci per la miriade di stabilimenti balneari, ristoranti e bar, per esempio.
Questi lavoratori nell’oggettiva difficoltà hanno parcheggiato dove hanno potuto e alcuni anche sugli stalli riservati ai portatori di handicap, trasportando alla male e peggio le derrate alimentari.
Ho riportato, senza esagerare, la breve cronaca di una mattinata da dimenticare ma con la mente rivolta a quello che potrebbe accadere nei caldi giorni che verranno se non si adottano provvedimenti correttivi, anche rilevanti, al controllo del territorio e forse anche a una diversa pianificazione per il parcheggio delle automobili lungo il viale Circe.
Altra grave problematica riscontrata è poi quella pertinente all’insufficienza degli scivoli che dovrebbero permettere ai portatori di handicap di essere autonomi nel vivere la città.
Nei punti strategici di viale Circe non solo sono scarsi ma anche collocati, a causa della realizzazione della pista ciclabile, in tratti difficili da raggiungere con la carrozzella.
Le soluzioni nell’immediato per conferire una praticabilità più umana al viale Circe e alle traverse di adduzione a esso?
Senza dubbio c’è da ripensare a una diversa viabilità delle zone interessate e sarebbe quanto mai opportuno non programmarla con spacchettamenti o comparti stagni, ma alzando lo sguardo e ripensando interamente il PUT (piano urbano del traffico) diventato obsoleto rispetto alle ultime novità che si vorrebbero.
Conferire poi l’incarico della sua redazione – ottimizzazione a un professionista esperto che sappia, in tempi non biblici, portare all’attenzione delle parti politiche, delle associazioni commercianti, culturali e ambientaliste, un progetto che integri con armonia la viabilità veicolare, ciclabile e pedonale.
Realizzando e integrando i percorsi verso gli spazi verdi, i luoghi storici e naturalistici che la città possiede in abbondanza.
Per quanto riguarda infine la vivibilità senza impedimenti della città ai portatori di handicap, occorre approntare (velocemente) un piano “organico degli scivoli”.
Il denaro per queste emergenze deve essere trovato e nessuna scusa può essere accampata da chi nei prossimi mesi si proporrà per guidare la città.
Le chiacchiere senza costrutto, i mega progetti, le realizzazioni che non servono a nessuno se non a gruppi e persone facilmente identificabili, non possono e devono interessare Terracina e i terracinesi.
Ritengo, infine, che lavorare tutti insieme per le cose possibili e per una città migliore e a misura d’uomo è indispensabile.
Gina Cetrone