La questione delle candidature a sindaco e a consigliere comunale, a Terracina, è vicenda critica che affonda le radici da almeno 20 anni.
In tutto questo tempo i cittadini hanno notato una discesa verso gli inferi della qualità del personale politico e il contestuale apparire sulla scena di soggetti, più che dediti alla gestione corretta degli interessi generali dei cittadini, riversata a quella dei propri “affari politici” e in subordine per quella di un piccolo ma agguerrito gruppo di co-sostenitori politici, molto interessati al progetto di governo.
Ma questa è vicenda nota ed è anche pleonastico ritornarci sopra.
Quello che è interessante, rispetto all’imminente tornata elettorale di maggio 2023, è che tutte le forze politiche, comprese quelle che si autodefiniscono “civiche”, hanno difficoltà – vere – nel trovare 24 volontari da porre in lista.
Difficoltà che, paradossalmente è fatto mai accaduto, e si riverbera anche per la candidatura a sindaco.
Stante questo deserto di “buoni candidati con curricula certificati” da proporre all’elettore terracinese, esplodono le voci della piazza che grida forte a possibili ritorni di vecchi, inutili e sperimentati soggetti, sempre in pole position.
Candidati che non solo hanno fatto nel tempo irripetibili salti della “quaglia”: da un partito all’altro, da una coalizione all’altra ma sperimentato anche doppi e tripli salti mortali, carpiati e rovesciati, portando a sbattere il loro bolso “corpaccione” sul fondo della piscina politica terracinese, e trascinando nel vortice migliaia di cittadini, più ignari che consapevoli delle loro negative qualità di amministratori pubblici.
Ed allora, dirà il lettore attento, cosa fare, chi scegliere, chi sostenere, chi votare?
1. Sicuramente non sostenere chi ha ridotto in mutande Terracina.
2. Ai candidati, che infine si presenteranno per essere votati, controllare il curriculum professionale e soprattutto cosa hanno fatto negli ultimi anni per la città e i terracinesi, carte alla mano e non a chiacchiere.
3. Non credere ai qualunquisti interessati al solo ritorno della vecchia, nefasta e decaduta nomenclatura politica.
4. Il cittadino elettore, se porrà un impegno minimo verso la conoscenza più approfondita di chi si presenterà ai nastri di partenza, avrà la sorpresa di trovare uomini e donne in grado di offrire un gestione pubblica: democratica, capace e soprattutto non vendibile ai piccoli o grandi interessi di bottega.
5. Per iniziare il percorso di rivoluzione politica e sociale, basterebbero anche soli DUE consiglieri comunali con tali cromosomi.
Mai più seduti su pseudo ed illusorie panchine della politica chiacchierona!