Che la sanità laziale abbia varcato lo spazio della fragilità riguardo alla gestione manageriale e politica, stretta da un debito di bilancio monstre, che ne ha in parte “strozzato” il percorso di rilancio, è un fatto che nessuno può disconoscere.
Com’è lapalissiano, che nel variegato e spesso asfittico emisfero sanitario locale (laziale) vi siano vicende che gridano vendetta per il pressappochismo, il menefreghismo e la poca professionalità con la quale si affrontano le problematiche quotidiane.
Ma la sanità del Lazio non è però soltanto uno “scandalo” perpetuo e di lamentazioni di cittadini e addetti ai lavori ma ha anche un altro emisfero, fatto di virtuose azioni sostenute da professionisti innamorati del proprio lavoro, che si pongono a disposizione del paziente con dedizione assoluta.
Scriviamo questa nota da “paziente”, che negli ultimi giorni ha avuto bisogno di ricorrere al sistema sanitario nazionale e più marcatamente alla struttura di nefrologia, che opera all’interno dell’ospedale “Fiorini” di Terracina.
Unità di primissimo piano, non solo per la competenza professionale dei suoi addetti: medici e paramedici, ma soprattutto per l’umanità che è il fondamento del loro agire, che riteniamo sia importante quanto la somministrazione delle appropriate cure.
Per la prima volta, in senso assoluto, e per l’impegno personale della dottoressa Rosa, del dottor Vittorio, ma anche dei paramedici: Mauro, Oriana, Laura, questo segmento della sanità terracinese ha avviato la possibilità, fino a ieri preclusa, del processo d’infusione di un medicinale monoclonale (rituximab) destinato alla cura di patologie autoimmuni severe.
Infusione, che rimanda a ospedali virtuosi dell’Italia settentrionale, di effettuazione complessa, felicemente portata a termine nel pieno rispetto del protocollo terapeutico.
Riteniamo l’avvio di questa buona pratica un momento importante e qualificante per la struttura di nefrologia e dialisi dell’ospedale “Fiorini”, e un’apertura fondamentale per chi era obbligato al “viaggio della speranza” verso altri lidi sanitari italici.
Infine, è doveroso ringraziare il dottor Augusto Di Silva, oggi in quiescenza, cui va il merito di aver lottato aspramente per realizzare una struttura di nefrologia divenuta nel tempo fiore all’occhiello del Distretto di Centro della Asl Latina, alla quale tanti cittadini guardano con speranzoso interesse.
e.l.