Raccogliamo dalle centinaia d’interventi pubblici dei terracinesi, di ogni quartiere o frazione, la profonda indignazione per lo stato “fisico” nel quale la città continua a manifestarsi.
Degrado sotto il profilo dell’arredo urbano, della manutenzione dei parchi e dei giardini, dell’impossibilità per i portatori di handicap di deambulare lungo i marciapiedi, del centro e della periferia.
Dopo quattro anni pieni di un’amministrazione che è stata straordinariamente rivotata da migliaia di cittadini, e dopo oltre otto mesi di nuovo corso, gli impegni assunti rimangono soltanto echi stonati di una campagna elettorale “drogata” dai facili e illusori slogan.
La realtà è durissima e si vede girando per il territorio comunale e non soltanto per il centro città.
Non c’è luogo pubblico che non sia mortificato dall’incuria e dal vandalismo per il quale sia iniziato un percorso virtuoso per la restituzione della perduta dignità.
L’inefficienza è palese quanto l’incapacità di iniziare a dare segni di gestione amministrativa diversa, e non basta più rifugiarsi sul fatto che mancano i soldi e che gli uffici stanno lavorando duramente.
La realtà da circa cinque anni a questa parte è drammaticamente rappresentata, tutto questo senza portare a processo politico l’attuale assessore, che lavora con quello che ha trovato: ovvero, il nulla.
Il Parco del Montuno, ad esempio, il polmone verde di Terracina ubicato in posizione dominante rimane crudelmente abbandonato a se stesso e in preda alla barbarie più sfrenata che l’ha ridotto ai minimi termini.
E non bastano le episodiche e amorevoli cure dei volontari per riportarlo alla fruizione quotidiana dei cittadini.
In tempi non sospetti avevamo indicato per il Montuno alcuni provvedimenti che si potevano adottare a costo quasi zero per le casse del comune, come anche per gli altri parchi cittadini: la Pineta, quello posto all’ingresso sud di Terracina, l’area di villa Tomassini e Chezzi, di via Bachelet e di Borgo Hermada.
Se i cittadini chiedono con sempre più insistenza una marcia in più su questi temi, non sfugge loro neanche la diminuita convivenza civile e la mancata integrazione degli autoctoni con altre culture nella zona Capanne, Borgo Hermada e contrada La Fiora.
Analisi reale, accertata e consolidata, basta guardare Borgo Hermada che da luogo ameno è diventato accogliente solo per le consorterie malavitose, che qui hanno trovato tutte le garanzie di anonimato e sicurezza per far prosperare le loro attività illegali, ad esempio.
Occorre per queste zone “sgarrupate” che l’amministrazione comunale e la sua Azienda Speciale pongano in campo con urgenza progetti sociali, culturali, sportivi e d’inclusione sociale.
Da parte nostra torniamo a chiedere al governo locale di attivarsi anche per il censimento di tutte le proprietà immobiliari affittate agli stranieri.
Infine un richiamo allo stato di marciapiedi e “scivoli”, diventati nel tempo vere e proprie barriere architettoniche per chi deambula correttamente, figurarsi per chi convive con l’handicap.
Serve anche per questa problematica un’inversione di tendenza operativa seria e produttiva, perché la città, di là della propaganda, sta tristemente sprofondano verso il baratro.
Diamoci tutti da fare.
Veramente da fare e non soltanto a colpi di slogan e fumo negli occhi per i cittadini terracinesi.
Gina Cetrone
Movimento politico “Sì Cambia”