I debiti in capo al Comune.
Il debito contabilizzato è di 100 milioni di euro, saldo più o meno relativo ai residui passivi. A questa somma bisogna poi aggiungere i debiti contratti con la Cassa Depositi e Prestiti, i finanziamenti ricevuti dalla Regione Lazio per opere finanziate e non realizzate (montuno, ascensore di accesso al centro storico alto, ecc.). Complessivamente il debito da ripianare si attesta intorno ai 200 milioni di euro.
Come riempire il buco di bilancio.
Intendiamo riempirlo prima di tutto con gli avanzi di amministrazione che contiamo di produrre, con il fondo antidissesto che il ministero ha posto nella disponibilità dei Comuni interessati (a Terracina toccheranno circa 2 milioni di euro), e con l’accensione di un eventuale mutuo presso la Cassa Deposito e Prestiti per la liquidità necessaria per le transazioni e, infine, pensiamo all’alienazione dei beni immobili di proprietà comunale. Quest’ultima misura è stata fino ad oggi l’ostacolo maggiore che ci siamo trovati di fronte, pensavamo che l’alienazione dei beni immobili del Comune fosse un’operazione più semplice. Ma evidentemente così non è perché mancano gli accatastamenti sul grosso delle proprietà comunali; perché buona parte degli edifici sono occupati abusivamente, mentre altri sono stati modificati nelle strutture e quindi devono essere sanati prima della vendita. In accordo con l’assessore al bilancio Paolo Cerilli abbiamo pensato di variare il percorso precedentemente intrapreso, il cui asse portante era il censimento di tutte le proprietà del Comune e solo successivamente la loro vendita. Siamo entrati nell’ordine d’idee di non seguire più l’utopia del censimento perfetto, ma di procedere iniziando da quello che c’è e conosciamo bene. Solo così possiamo velocemente iniziare a fare cassa, in un periodo oltre a tutto fortemente critico per l’Italia e non solo.