E’ quantomeno stupefacente questo concetto piuttosto distorto di pulizia degli argini: è la vegetazione che “sporca”, che dà fastidio, che va eliminata, non la lunga discarica in pieno centro cittadino, immagine vergognosa ed emblematica di inciviltà diffusa.
Sarebbe davvero ora di cambiare rotta: gli argini vanno puliti, è vero, ma dalle immondizie! E vanno cambiate le modalità di intervento sulla vegetazione che non possono essere rozze e distruttive come è stato fatto finora. Occorre un approccio rispettoso da parte di tutti e, soprattutto, gli interventi devono essere mirati ed attuati dopo decisioni condivise dai diversi soggetti interessati (Consorzio di Bonifica, Comune, associazioni ambientaliste ecc.) e sotto la supervisione di professionisti con competenze specifiche come biologi, forestali, agronomi e paesaggisti.
Se non ci fosse stata questa cattiva gestione pluriennale degli argini dei canali di bonifica, questi avrebbero potuto essere dei gradevolissimi parchi cittadini, vere e proprie vie d’acqua solcate da piccole imbarcazioni turistiche ad impatto ambientale zero, nell’ottica della realizzazione di una più completa mobilità sostenibile, cosa normale in molti Paesi che scegliamo come mete per le nostre vacanze; mentre qui da noi, purtroppo, la normalità è questa: la distruzione vandalica o la mancanza di cura del territorio. Sta di fatto che,parlare di salvaguardia ambientale, di approccio garbato e rispettoso alla vita animale e vegetale in qualsiasi ambito, di rispetto dei beni comuni anche da parte della cittadinanza, risulta essere tuttora un discorso al di fuori della realtà concreta, come se questa non fosse già drammaticamente compromessa dalle conseguenze di comportamenti insostenibili per l’intero ecosistema.