Per chi ha un interesse vero nei confronti della città negli ultimi giorni avrà posto attenzione a quanto riportavano i giornali (solo questi), e ha potuto costatare alcune incongruenze amministrative reduci dal periodo di governo della defenestrata amministrazione comunale: quella del “Club dei duri e puri”.
Non è mia intenzione però entrare nell’orbita della polemica pre elettorale, ma dove il cittadino terracinese non ha potuto documentarsi, confuto e commento di seguito alcuni punti importanti resi noti dalla libera stampa.
Si tratta del pagamento di alcuni lavori effettuati all’impianto elettrico che alimenta la messa in scena dello spettacolo “Anxur Lumina”.
Dopo diversi mesi dall’inizio della convenzione (30/09/2012) gli uffici comunali, casualmente, scoprono che la fattura della Manus assunta al protocollo dell’Ente in data 28/04/2015, emessa l’8/09/2014 il Comune non la deve pagare, perché l’appalto, all’art. A9 recita:”… I beni di proprietà del Comune o dell’amministrazione comune o da essi comunque messi a disposizione per il contratto dovranno essere assicurati a carico della ditta aggiudicataria contro i rischi di incendio, fulmini, esplosione, scoppio, e rischi accessori …”.
Quindi il pagamento dei lavori è di esclusiva competenza della Munus, la società aggiudicataria della gestione del Tempio di Giove.
Comica la scusante che nella Determina integrativa accampa l’ufficio comunale preposto: tutta “Colpa della mancanza di personale all’interno del Dipartimento Pianificazione Urbanistica e Gestione del Territorio, che oggi ha demandato l’incombenza al Dipartimento Attività Produttive e Culturali”.
Da oggi, ne siamo convinti, andrà tutto bene. Dopo però che il Comune avrà incassato dalla polizza fideiussoria della Munus i quasi 25 mila euro. Se polizza c’è.
Gasperino il carbonaro, magistralmente interpretato da Alberto Sordi nel film “Il marchese del Grillo” sapendo di questo fattaccio avrebbe detto: “Se me freghi sul carbone, me freghi su tutto”. E Peppino De Filippo avrebbe risposto: “E ho detto tutto”.
Interessante sono le CHIARE prescrizioni cui gli esercizi commerciali dovranno rispettare per ottenere e mantenere la concessione all’occupazione del suolo pubblico. Tra queste c’è l’obbligo nei giorni di riposo settimanale di ritirare sedie, tavolini ecc. dal suolo occupato e riporle all’interno di aree private.
Non sarà più consentito l’accatastamento degli elementi di arredo, mentre nel periodo di ferie il titolare della concessione dovrà farsi carico delle operazioni di pulizia delle aree di pertinenza e verificare il corretto utilizzo dell’area pubblica da parte degli avventori dell’esercizio.
Il titolare dovrà poi essere in regola con il pagamento dei tributi comunali.
Queste nuove indicazioni – prescrizioni metteranno fine alla “babilonia” che alcuni di questi gestori hanno prodotto negli ultimi 4 anni?
Noi siamo sicuri che la dottoressa Ocello, finché governerà l’ente, farà rispettare il regolamento anche a costo di duri provvedimenti sanzionatori.
Non vorrei però che questo democratico e necessario sistema di governo del territorio diventi un punto di attrazione per chi in campagna elettorale promette: “Non vi preoccupare, votateci e poi ci penseremo noi a normalizzare il tutto”.
Noi saremo invece, oggi e domani, ferrei sostenitori di quanto espresso dalla dottoressa Ocello con la delibera.
Perderemo dei voti? Saremo antipatici a qualcuno? Ce ne faremo una ragione.
“Cagnara” che sorvola di sottolineare che il nostro Comune è in deficit di milioni di euro, che i 24 milioni ricevuti non basteranno per chiudere il dissesto, che l’amministrazione uscente non ha provveduto ad accantonare somme importanti da destinare a chi si danna per pagare i creditori, il tutto pur avendo adottato precisi impegni a tal proposito e messo in delibera un elenco di beni da vendere, tra i quali c’è anche l’ex mercato Arene.
A tutto questo poi si deve aggiungere che manca un progetto vero per destinare questo bene a “casa della cultura”, ma soprattutto mancano centinaia di migliaia di euro per la sua riconversione: ben sapendo quelli della “cagnara” che il Comune non ha un centesimo.
E allora che fare? Parlare del nulla e attendere che questi beni ce li pignorano i creditori, o pagare come da impegni presi con costoro?
L’attento Prefetto Ocello, ritengo, stia facendo la cosa giusta: quella cioè di non far perdere oltre alla faccia anche l’onore dei cittadini di Terracina e pagare i “buffi” che le passate amministrazioni hanno prodotto.
Per l’istituzione della “casa della cultura”, nobile e fattibile questione, si troveranno altri percorsi virtuosi e possibili.
P.S. In altro momento parleremo dei fantasmagorici progetti di finanza, che la stessa dottoressa Ocello ha cassato, dei loro presentatori e delle probabili connessioni con l’abitat politico locale che fu.
Sia chiaro: niente di eccezionale per il “Club dei duri e puri”. Solo normale disamministrazione pubblica.
Gina Cetrone
Candidata a Sindaco di Terracina
Lista civica “Sì Cambia”