La questione “cozze” giunse infine questa mattina all’attenzione del Consiglio regionale.
Dove si è appreso che l’inopinata pre- decisione dell’oscuro burocrate di via della Pisana, che non sapendo né leggere né scrivere, l’ha rimessa alle “carte”, che come spiegava l’assessore Buschini stanno a posto.
Quindi si potrà procedere, a breve, visto che le carte sono ok, alla dissoluzione di un territorio legato al turismo e che su questo le aziende impegnate trovano ancora e con fatica le risorse per pagare le tasse e far vivere le proprie famiglie.
Vedendo la diretta dall’aula del Consiglio regionale, l’assessore Buschini c’è parso molto inadeguato e non solo perché, evidentemente, non aveva letto il testo che il responsabile dell’ufficio gli aveva preparato (perché così funziona), ma anche per i continui richiami a leggi e norme, finalizzati ad un chiaro scarica barile delle responsabilità di natura politica.
Tanto è vero che nel suo inappropriato intervento affermava deciso che: “La regione Lazio in assenza di direttive proprie in materia si attiene per le concessioni demaniali a scopo acquacoltura alle disposizioni del codice della navigazione”.
E solo dopo aver letto per lunghi e noiosi minuti l’excursus che la pratica ha avuto in questi mesi, tentava anche di prendere un paio d’impegni formali:
Insomma, c’è parso di capire dalle parole dell’assessore Buschini, che di tavolo in tavolo lascerà passare il momento critico: ovvero l’appuntamento elettorale, poi si vedrà cosa fare nel concreto.
Infine, una considerazione di natura politica: anche la vicenda dell’allevamento di cozze (tralasciando le altre criticità, come la riattivazione della ferrovia) dimostra in maniera palese l’inconsistenza della rappresentanza politica della città di Terracina.
Negli ultimi tempi poi chi ha governato il Paese si è dedicato più alle questioni “ludiche” che alle vicende importanti.
Infatti, nessuna di quelle serie è stata affrontata e risolta con decisione, volendo anche facendo operazioni di lobby a tutti i livelli di responsabilità politica e amministrativa: comunale, provinciale, regionale, nazionale ed europea.
Del resto cosa si vuole se lo slogan usato a “sbafo” dagli ex detronizzati è: ”Terracina ai terracinesi”.
Quello che possiamo ammirare, quindi, è il risultato di un’impostazione culturale e politica nefasta per gli interessi di Terracina.
Gina Cetrone