Si è conclusa col il ripiegamento dell’ultimo modulo logistico dal molo di Terracina, l’operazione dell’Aeronautica Militare dedicata alla rimozione dal fondale marino dei resti dell’Eurofighter che il 24 settembre dello scorso anno è tragicamente precipitato in mare prima dell’air show delle Frecce Tricolori, costando la vita al pilota, il 36enne capitano Gabriele Orlandi.
Una cellula della forza armata specializzata di intervento in ambiente marino ha operato al fianco dei rappresentanti del Ministero dell’Ambiente, della Regione Lazio, dell’Arpa, delle altre Forze Armate e dei Corpi Armati dello Stato, nonché con quelli del Comune di Terracina.
Le attività di recupero in mare sono state condotte dal personale del 15° Stormo e del 17° Stormo “Incursori” con sommozzatori altamente specializzati che hanno operato su fondali variabili dai 25 ai 30 metri, effettuando oltre 550 immersioni in circa 80 giorni effettivi di lavoro. Le condizioni meteorologiche e quelle del mare, talvolta proibitive, hanno spesso rallentato le operazioni che sono iniziate lo scorso 8 gennaio e si sono concluse il 31 maggio.
Il supporto operativo e logistico è stato assicurato con personale e mezzi del 3° Stormo, del 16° Stormo “Fucilieri dell’Aria”, del 70° Stormo, del 2° e 3° Reparto Genio Aeronautica Militare e della 4ª Brigata Telecomunicazioni e Sistemi per la Difesa Aerea e l’Assistenza al Volo. Il 1° Reparto Manutenzione Velivoli ha provveduto a catalogare presso l’aeroporto militare di Latina tutti i reperti recuperati dal fondale che rimangono a disposizione degli organi inquirenti.
Mauro Maulucci