Come ormai consuetudine il sottosuolo di Terracina non ha mancato di offrire preziose testimonianze della città romana in occasione di un nuovo progetto edilizio: infatti, le indagini propedeutiche alla realizzazione di un supermercato richieste dalla Soprintendenza per i Beni Archeologici del Lazio, secondo una prassi ormai consolidata in previsione di opere sia pubbliche che private, hanno consentito la scoperta di interessanti resti di un grande edificio che contribuiscono ad ampliare in maniera significativa le conoscenze archeologiche del territorio cittadino.
I dati provengono stavolta da un’area situata all’incrocio tra via dei Volsci e via Roma, che ricalcano entrambe antichi assi stradali, attualmente interessata dalla demolizione di una vecchia fabbrica per la creazione di un esercizio commerciale.
Il sito, fortemente compromesso dagli interventi edilizi del dopoguerra, durante precedenti saggi di scavo aveva già restituito nel settore nord-ovest una serie di ambienti affacciati su una via basolata: questi, contigui tra loro e dotati di soglie con scanalature per l’alloggio delle chiusure di legno , sono stati interpretati come botteghe oppure locali di un magazzino destinato allo stoccaggio e alla conservazione delle merci. Le strutture si inserivano in un quartiere a vocazione commerciale, impiantato già nel I secolo a.C., funzionalmente collegato a un importante nodo di strade, al porto fluviale e allo scalo marittimo. Purtroppo le murature erano risultate di problematica lettura a causa della presenza di abbondante acqua di falda e dei numerosi rifacimenti edilizi susseguitisi già in antichità.
Gli ulteriori sondaggi, in corso nel settore orientale sotto la direzione scientifica della dott.ssa N.Cassieri – funzionario responsabile della Soprintendenza – e la collaborazione in cantiere del dott. P. C. Innico, hanno invece riportato in luce notevoli strutture molto ben conservate di una grande costruzione di carattere commerciale,la cui fronte principale prospetta su un tracciato viario da identificare verosimilmente con il percorso dell’ Appia inferiore.
Gli ambienti, realizzati in opera mista di ottima fattura presentano ampie specchiature in reticolato di tufo e calcare, con significative porzioni di intonaci dipinti e risalgono a un periodo compreso tra la fine del I e gli inizi del II secolo d.C. E’ molto probabile che le murature si connettano a quelle già evidenziate nell’area limitrofa occupata da un distributore di carburante. Gli scavi stanno inoltre restituendo una grande quantità di materiali ceramici e altri interessanti reperti anche in marmo. Emerge dunque un quadro archeologico di notevole complessità che si salda senza interruzioni alle testimonianze, già in parte note, nella fascia di pianura lungo Via Roma confermando una volta di più come la città antica fosse molto più estesa e urbanisticamente più articolata di quanto comunemente ritenuto.
N. C.