E, infine, dopo 10 giorni a parlare del nulla, è giunto anche a noi miseri mortali il testo dell’atto aziendale per il riassetto della sanità regionale.
Da una prima lettura delle centinaia di pagine del documento ufficiale appare chiaro un fatto: ancora una volta i cittadini di Terracina, Fondi e tutti i paesi ricadenti nel Distretto di Centro se la prenderanno nel posto dove non batte mai il sole.
Tralasciando le dichiarazioni super positive della truppa di centro sinistra, interessante mi è sembrata l’analisi prodotta dal sindaco di Terracina, Nicola Procaccini, il quale con estrema lucidità si chiede alla luce dell’atto aziendale sfornato dal manager Caporossi, che cosa mai succederà veramente agli ospedali di Terracina e Fondi.
“Gli effetti positivi – afferma il sindaco Procaccini – sono rappresentati dai quattro posti letto in più, anzi forse sono sei a dispetto di quello che sta scritto nel comunicato stampa, ma si badi bene sono in day surgery, ovvero in day hospital. Poi i posti letto aumentano nell’area medica: da 53 a 60, diminuiscono nell’aria chirurgica, da 75 a 70. Scalano quelli di ostetricia da 15 a 12, di pediatria da 5 a 4, crescono di due quelli di neonatologia.
Quindi i posti letto restano 148, come quelli precedenti, al saldo di tutto il presidio ospedaliero centro, sempre considerandolo come sola unità.
In più ci sono sei posti in day surgery, che chiaramente non sono posti letto veri e propri. Per il laboratorio di analisi, per il quale si chiedeva una maggiore copertura oraria, anche in funzione del pronto soccorso, non si passerà all’H24.
L’idea di massima è quindi il venir meno di tre presidi ospedalieri, la realizzazione di una sorta di unico presidio con quattro ospedali.
Questa cosa secondo me potrebbe anche essere giusta, il problema è che bisogna vedere poi la traduzione pratica nella realtà. Se la traduzione pratica è che vengono meno alcune unità complesse, vengono meno alcuni posti letto, vengono meno alcune risorse, io credo che questa riorganizzazione rischia di essere il gioco delle “tre carte”: un modo come l’altro di nascondere il depotenziamento effettivo”.
Dice bene il sindaco Procaccini, il depotenziamento dei due ospedali è in corso ed è oggettivo e non soltanto una critica fine a se stessa. Depotenziamento che non è riconosciuto dalla sinistra terracinese, che non si allinea alle forze politiche della maggioranza presenti in Consiglio comunale a Terracina nel firmare un documento che conferisce mandato a Procaccini di non votare questo documento di riassetto.
Ma dello strategico atto quello che non si riesce proprio a digerire è la conversione (di fatto una soppressione) delle Uoc in Uosd. In buona sostanza la perdita dei primari. Per l’ospedale “Fiorini” sarà fatto fuori il primario di traumatologia, per l’ospedale di Fondi quello di ostetricia.
Da questa veloce lettura del testo di Caporossi riportiamo l’impressione – certezza che per il “Fiorini”, da sempre con vocazione alla traumatologia d’urgenza, considerata anche la sua strategica posizione territoriale, è destinato a non essere valorizzato.
Un atto aziendale che somiglia tanto al “facite ammuina” di borbonica memoria. Ovvero, vogliono farci credere che tutto sia cambiato, ma leggendo tra le righe ancora una volta constatiamo al massimo la situazione precedente, con più il taglio di un primariato (ortopedia).
I cittadini devono poi pregare il loro Santo protettore affinchè l’Università rimanga al “Fiorini” e che la convenzione mai firmata tra La Sapienza e l’ASL sia sottoscritta al più presto. Perchè se l’apporto degli universitari venisse a mancare, il “Fiorini” diventerebbe solo una scatola vuota.
Riccardo De Matteis