Povera Terracina mia ridotta ad un guazzabuglio frutto dell’irrazionalità di un elettorato spezzettato in fazioni delle quali più di una non ha proprio ragioni per esistere.
Sulla scena pubblica abbiamo elementi, ad essere buoni, incompetenti, che stanno portando Terracina ad un calo spaventoso del suo status, e che, invece di procedere ad un’analisi razionale di problemi annosi e ad una pragmatica ricerca dei rimedi, si affannano ad immaginare misure incoerenti, cervellotiche o solo emotive, sempre inadeguate e spesso peggiorative dell’intero quadro d’insieme.
18 mesi di consiliatura sono trascorsi nel vuoto di idee e di una patologica difficoltà a prendere decisioni e Re e cortigiani sono nudi, e non è un bel vedere.
Un’Amministrazione comunale dovrebbe essere costituita da persone all’altezza di essere uno strumento di azione attraverso il quale città e cittadini si realizzano, da persone che abbiano una visione complessiva dei problemi e delle cose, e che sappiano dare ad esse un ordine di priorità: ed era un priorità un quarto ponte in nemmeno duecento metri lineari?
Stare a Palazzo non significa solo poltrona, benefici e stipendio sicuro, ma avere la capacità di realizzare opere e servizi che siano veramente necessari, e se i mezzi per realizzarli ci sono, bene, e se non ci sono, si studia e ci si attiva per dotarsene.
Un anno e mezzo di tempo perso, che si va ad aggiungere ad undici anni di fiera delle vanità e di effetti speciali.
Il 2024 si chiude con una tegola che si è abbattuta sul sindaco e l’assessore ai servizi sociali, nonché al CdA dell’Azienda Speciale, e c’è da sperare solo che non siano le prime avvisaglie di un temporale che potrebbe abbattersi sul Palazzo che di zone d’ombra ne ha tante, anzi troppe.
Germano Bersani
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