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Terracina. Sostenere la memoria storica della Città è un dovere

scritto da Redazione
Terracina. Sostenere la memoria storica della Città è un dovere

Vi sono eventi pubblici che sono rimasti positivamente negli annales della storia della Città e nell’immaginario collettivo dei suoi cittadini, come ad esempio l’83° edizione del Giro d’Italia dell’anno 2000, con la tappa inaugurale “Città del Vaticano – Terracina” e il giorno dopo con la ripartenza dei “girini” per la ”Terracina – Maddaloni”.

Quello che proponiamo di seguito sono due resoconti che al tempo avevamo elaborato per Comune di Terracina, quest’ultimo parte attiva e diligente nell’organizzare lo straordinario evento ciclistico.

Il primo pezzo riguarda la presentazione della tappa terracinese, il secondo un compendio finale sull’accadimento.

C’è in via preliminare da porre l’accento sul  perchè la prima tappa del Giro d’Italia dell’anno 2000 sia stata per Terracina oltremodo importante: perché organizzata in concomitanza con l’Anno Santo, perché vedeva il ritorno alle corse di Marco Pantani dopo il grave infortunio, perché giungeva in seguito alla dipartita di Gino Bartali, ultima icona nazionale e internazionale di un ciclismo d’altri tempi.

 

TERRACINA E IL GIRO D’ITALIA

Formidabile occasione di sport e promozione turistica

Il Giro d’Italia torna a Terracina dopo ben 17 anni: era infatti il 22 maggio del 1983 e la corsa incalzava la sua Sessantesima edizione.

Quel 22 maggio del 1983 si correva l’ottava tappa: la Salerno – Terracina e a sfrecciare sotto il traguardo posto sul lungomare Circe fu Guido Bontempi, mentre il Giro lo vinse Giuseppe Saronni.

La prima volta in assoluto che la comitiva in rosa fece tappa a Terracina fu nel lontano 1969: l’anno di Eddy Merckx, delle sue incredibili vittorie, del doping e purtroppo della tragedia verificatasi sulla linea del traguardo di piazzale Lido, quando la tribuna d’onore crollò miseramente ferendo una decina di persone e provocando la morte del povero Giancarlo Manzi di soli nove anni.

Nel 1970 per la Cinquantatreesima edizione il Giro tornò a Terracina per la 10° tappa, per ripartire il giorno dopo alla volta di Rivisondoli.

La tappa terracinese la vinse Italo Zilioli, mentre Merckx arrivò in maglia rosa a Milano, regalandosi l’ennesima vittoria al Giro d’Italia.

Dietro al “cannibale” si classificò l’eterno secondo: Felice Gimondi.

La sosta a Terracina fu per i “girini” e gli organizzatori, l’occasione per commemorare la memoria del povero Giancarlo Manzi con la deposizione di una corona d’alloro sulla sua tomba.

Il 14 maggio prossimo dunque Terracina scriverà  di nuovo il suo nome sull’albo d’oro di una delle gare ciclistiche più importanti di sempre, ospitando la prima tappa in un’edizione tutta speciale, in concomitanza con l’Anno Santo e del primo Giro dopo la morte di Gino Bartali.

Alcuni dati per far comprendere appieno l’importanza della manifestazione: il Giro d’Italia si muove con un seguito di 180 corridori, 450 automobili, 30 motociclette ufficiali, 40 pattuglie della Polizia Stradale, tre elicotteri per le riprese televisive, centinaia di giornalisti accreditati e l’attenzione di decine di testate radio-tv.

Il 14 e 15 maggio saranno quindi giorni speciali per portare in Italia e in Europa il buon nome della città di Terracina.

08 maggio 2000

 

83° GIRO D’ITALIA

Tutto sulla tappa terracinese

La prima tappa dell’83° Giro d’Italia è stata per intensità, momento storico contingente e l’attenzione posta dai  media nazionali  la più importante manifestazione attivamente sostenuta negli ultimi anni dal Comune di Terracina.

Il Giro ha effettivamente catalizzato l’attenzione del mondo sportivo e dei mass media su una città che per vocazione turistica ha una fame spaventosa di mostrare le sue bellezze migliori.

Il Comune nell’occasione ha recitato poi una parte fondamentale organizzando alla perfezione la logistica dell’evento (che non è poca cosa), consapevole di far vivere alla Città un’esperienza indimenticabile.

Il risultato è stato quello di aver offerto una straordinaria prova di capacità organizzativa, con l’onnipresente sindaco Vincenzo Recchia coordinatore e animatore instancabile del Comitato cittadino di tappa.

Forza operativa evidenziata anche dal direttore del Giro, Carmine Castellano.

Ottima la regia televisiva della Rai, che ha realizzato con alta professionalità immagini straordinarie della corsa e del territorio terracinese, divulgandole a milioni di amanti della due ruote e non solo.

“Non ho  intenzione di esagerare – afferma il sindaco Recchia – ma le due giornate che Terracina ha vissuto intensamente rimarranno nella sua storia sportiva più bella.

E’  stato il primo Giro d’Italia del terzo millennio, concomitante  con l’Anno Santo, il primo senza Gino Bartali e con il ritorno di Marco Pantani alle corse dopo un anno horribilis”.

Il compendio finale della cronaca sportiva ci riferisce della vittoria di Guido Quaranta in 2 ore 46 minuti e del suo irresistibile sprint sotto lo striscione di arrivo.

Baldato, invece, rovinato a terra in via Badino (frattura a bacino e clavicola) a causa di una borraccia finita tra le ruote della sua bici è stato il primo ciclista ad abbandonare, per infortunio, il Giro d’Italia.

16 maggio 2000

 

Ultima ma non meno importante annotazione su quei giorni: tra i componenti del Comitato cittadino di tappa c’era Fabrizio Masci (decano dei giornalisti terracinesi), che proprio nelle ore precedenti all’arrivo della carovana rosa in Città fu colpito da un grave malore, che nei mesi successivi lo condusse al decesso.

Fabrizio, nelle settimane che anticiparono l’arrivo del Giro d’Italia, si era speso con passione e dedizione, come del resto era solito fare per le cose che riguardavano la sua amata Terracina.

Noi il suo straordinario essere terracinese non lo abbiamo mai dimenticato e lo ricordiamo ancora oggi con affetto e nostalgia.

e.l.

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