martedì 26 Novembre 2024,

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Terracina. “Un giorno di ordinaria disorganizzazione ospedaliera al Fiorini”

scritto da Redazione
Terracina. “Un giorno di ordinaria disorganizzazione ospedaliera al Fiorini”

Sono consapevole che la sanità pontina e in particolare quella che è offerta nel distretto di centro (Terracina – Fondi) non goda di ottima salute.

Al pari di pazienti – utenti bisognosi di cure costanti, questo segmento della sanità pubblica provinciale si aggrava ogni giorno di più, e avrebbe bisogno di cure da “cavallo” per essere riportata nell’alveo del rispetto di uno dei diritti irrinunciabili dell’uomo.

Come quello di ottenere una giusta e corretta diagnosi e soprattutto un percorso di cure adeguate per non aggravare lo stato di bisogno del paziente e perché no anche per non accrescere lo stato di deficit del bilancio sanitario provinciale, che si riflette in quello regionale a saldo del profondo rosso di quello nazionale.

Di seguito, il racconto, breve, dei fatti.

Dopo aver preso appuntamento per fare questa mattina un’ecografia addominale (sono un paziente affetto da importante patologia) e recatomi in ospedale per poterla eseguire, mi sono sentito rispondere che l’accertamento diagnostico era stato rimandato ad altra data a causa  della rottura dell’apparato tecnico.

Faccio notare che non essendo stato preventivamente avvertito dai responsabili del servizio, ho compiuto sin dalla sera prima la fase di preparazione all’ecografia.

Questa è consistita in una frugale cena, una mancata colazione, ma in compenso di una poco consolatoria “bevuta” di circa un litro e mezzo di acqua a iniziare dalle ore 8.40, giacché l’accertamento diagnostico si sarebbe dovuto svolgere nella prima mattinata.

Il tutto condito dalla richiesta al datore di lavoro di  un giorno di ferie.

Senza polemica alcuna e senza gettare la croce addosso ai lavoratori dell’ospedale Fiorini, credo che il disservizio procurato a chi scrive e a diversi altri utenti, poteva essere evitato con una semplice telefonata.

Forse sarebbe bastato uscire più prosaicamente dalla potente forma mentis del “io so io e voi …” per entrare nel più modesto e cristiano mondo della solidarietà vera per chi si trova in condizioni di disagio fisico e psicologico.

Eravamo diversi pazienti questa mattina in fila per l’accertamento e alcuni mi hanno detto di “avere pazienza”.

E’ vero, ci vuole molta pazienza e sopportazione umana, ma una domanda mi sorge spontanea: fino a quando?

 

Un utente del disservizio della sanità pubblica.

 

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