venerdì 22 Novembre 2024,

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Terracina. Un porto leader tra Roma e Napoli? Perché no!

scritto da Redazione
Terracina. Un porto leader tra Roma e Napoli? Perché no!

Credo che la comunicazione che è giunta agli organi di stampa da parte del Comune di Terracina non sia altro che un inizio di discussione seria per comprendere se vi sono ragioni valide per avviare un progetto di ottimizzazione e allargamento dell’antico porto Traianeo.
E’ un’iniziativa lodevole quella del Commissario straordinario Erminia Ocello, che pur sapendo di essere al “comando” dell’Ente comunale per una sola stagione, tenta di proporre un momento di riflessione su quello che la città di Terracina, con le sue forze politiche, economiche e sociali vuole fare nell’immediato futuro del porto e della portualità integrata con le foci di Badino e Sisto.
Pur con una grave crisi in atto che coinvolge anche la nautica, un porto “nuovo” concepito per attrarre flussi turistici, commerciali e per il trasporto passeggeri per le isole Pontine, oltre ad un diverso assetto per la pesca professionale, lo ritengo un percorso importante e da valutare seriamente, senza infingimenti o parodie da avanspettacolo di chi per decenni su questo tema ha solo generato una quantità industriale di chiacchiere.
Il restyling del porto di Terracina è possibile attraverso il recupero degli spazi occorrenti per una nuova grande darsena nella zona dove si trova oggi uno squallido parcheggio ricettacolo di immondizie varie: il piazzale Stella Polare.
Insieme alla possibile realizzazione di una darsena in questo luogo, si possono recuperare gli spazi da un altro obbrobrio cittadino: l’ex centro turistico – sportivo di via del Molo.
Spazi utili e strategici per creare un luogo qualificato per iniziative turistiche, sportive, commerciali e ricreative di un certo livello.
In questo contesto si può prevedere poi la costruzione di un ponte pedonale che colleghi le due sponde, l’abbattimento e la ricostruzione di quello dell’ospedale che da tempo è diventato solo un impedimento grave alla circolazione stradale.
Questo per iniziare il percorso di restyling del porto più antico della città, riqualificando aree altamente degradate, senza realizzare a mare “bracci” che potrebbero condurre ad uno stravolgimento del fragile ecosistema marino e mettendo a reddito per l’Ente comunale e gli imprenditori privati che hanno voglia di cimentarsi in questa avventura, un bene pubblico di grande attrattiva oggi perso nell’indifferenza generale.
Questo cammino dovrà essere fatto con il coinvolgimento di tutte le parti in causa, compresi i responsabili della pesca professionale, dell’associazione dei commercianti, di quelle ambientaliste e culturali.
Si deve riuscire a creare intorno ad un eventuale progetto di “rivalutazione” delle potenzialità portuali della città il più grande movimento di opinione possibile.
Sono fermamente convinta che la valorizzazione delle opportunità offerte dalla cantieristica e dalla nautica da diporto, il potenziamento della dotazione infrastrutturale portuale, il consolidamento del sistema di depurazione e disinquinamento ambientale, la difesa delle coste dai fenomeni erosivi, la valorizzazione unitaria del sistema turistico-balneare e la promozione della ricchezza dei nostri beni archeologici, culturali e ambientali, devono essere messi nella condizione di essere tutelati e utilizzati al meglio per ricavarne reddito.
E’ chiaro che spetterà poi alla politica che verrà adottare tutti i provvedimenti e le integrazioni possibili per dare una “strambata” vigorosa a un lassismo che su questo importante settore economico dura da troppo tempo.

Gina Cetrone

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