venerdì 22 Novembre 2024,

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Terracina. Cetrone: «Una città isolata da politici incapaci nel determinare un progetto vero di governo»

scritto da Redazione
Terracina. Cetrone: «Una città isolata da politici incapaci nel determinare un progetto vero di governo»

Ho letto oggi un curioso intervento di analisi politica proposto dal segretario dei Democratici di Terracina. L’esponente del PD analizza 14 anni di governo cittadino delle amministrazioni Nardi prima e Procaccini poi.
Il Democratico vorrebbe dimostrare a parole che nel lungo lasso di tempo e con le “filiere” provinciali, regionali e nazionali favorevoli al centro destra, le due esperienze di governo di Terracina non hanno ottenuto benefici tangibili per i cittadini.
Scrive d’isolamento e mancato dialogo con gli altri Primi cittadini del comprensorio, che avrebbe impedito un virtuoso percorso di dialogo e pianificazione amministrativa finalizzata alla condivisione dei servizi primari comuni.
Il Democratico si spinge poi a sostenere le virtù della riforma Delrio che spiega, ha “Superato il modello delle vecchie Province per spingere verso la razionalizzazione delle Aree Vaste”.
Con la visione di chi è stato per qualche tempo al di dentro del sistema politico e amministrativo regionale e vivendo non proprio di riflesso le amministrazioni di Terracina, ma anche quelle degli altri 32 comuni della Provincia di Latina, salvo rare eccezioni, gli enti locali amministrati da giunte di centro destra o centro sinistra non hanno brillato di luce propria, con scassi amministrativi evidenti.
Non ho nessuna intenzione di giustificare le varie amministrazioni che hanno portato al fallimento la comunità terracinese (anche se poi qualcosa di buono, come affermava Gramsci, si può trovare): 1. perché sarebbe difendere l’indifendibile; 2. perché ognuno si deve assumere le proprie responsabilità.
Ma se proprio di fallimento politico amministrativo si deve parlare, c’è bisogno che il segretario del Pd faccia un salto più indietro nel tempo e metta nel calderone delle inefficienze della gestione della comunità terracinese anche le esperienze legate alle giunte (9 anni di amministrazione) targate Vincenzo Recchia.
Giunte che non hanno inciso su nessun problema reale della città, a parte qualche fioriera posta lungo le strade e il ragguardevole slogan “Renderemo i cimiteri vivibili” di un volenteroso assessore.
Nel nulla amministrativo di quegli anni s’intravedeva però all’orizzonte il rosso pompeiano del bilancio comunale, che già usciva malconcio dalle amministrazioni a guida democristiana e che, di fatto, iniziava a prendere la strada nel non ritorno.
Anche in 9 anni di sindacatura Recchia, soprattutto gli ultimi due anni di vita, con il deserto intorno perché tutti erano scappati dal palazzo di cristallo, quel governo cittadino veniva supportato da consiglieri comunali “traditori”.
Quante volte le decisioni della massima Assise erano salvate da consiglieri non organici alle forze politiche che governavano.
Ricordo poi allo scordarello segretario del PD l’intasamento in entrata e in uscita di assessori nel tentativo di mantenere in piedi gli accordi politici e continuare a vivacchiare.
Un’ultima annotazione per quanto riguarda le presunte virtù risolutive della riforma delle province voluta fortemente (nell’ultimo periodo) da Renzi e dal suo braccio destro Delrio.
La legge di riforma è una vera e propria ciofeca: un aborto del diritto dei cittadini di essere amministrati da eletti e non da nominati.
Una riforma che ha messo in ginocchio i territori di area vasta anche di eccellenza com’è stata, ad esempio, la Provincia di Latina negli ultimi 10 anni.
Il resto delle argomentazioni sostenute dal diligente segretario del Pd rimangono nel limbo delle chiacchiere: basta vedere il casotto che sta facendo la presidentessa Della Penna.
Incapace di nessun percorso positivo per i 550 mila abitanti pontini, anche a causa di un disastro legislativo accertato e preventivato alla vigilia: la famigerata Riforma Delrio.

Gina Cetrone

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