Tuttavia, la movida sregolata e senza freni è uno solo degli aspetti peggiori di questa manchevolezza.
Essa è un esempio di visione amministrativa non più volta all’affermazione del pubblico in quanto tale ma dello stesso attraverso l’intervento del privato.
Piazze occupate, ponti privati, palazzi dati in concessione, investimenti scambiati per riqualificazione urbanistica, supposti investimenti stranieri, occupazione di parcheggi e marciapiedi, mobilita selvaggia, sfruttamento del territorio e tanto altro ancora, stanno diventando la normalità.
Ed allora, mi si chiedera, cosa fare? Risposta semplice: ” tornare ad amministrare”.
Amministrare vuol dire : affermare una visione ed un programma di interventi dove accanto al primario interesse pubblico si garantisce l’interesse del privato e dell’economia.
E non viceversa!
Concludo con un pensiero.
Durante la campagna elettorale da più parti ascoltavo la frase “voto…. perché è il meno peggio”.
Ebbene, in politica ritengo che non esista il meno peggio.
In politica esiste:
– chi ha una visione programmatica e chi ne ha un’altra;
– chi seleziona il numero delle liste in funzione delle proprie ragioni ed programmi e chi invece ne fa il più possibile pur di imbarcare chiunque;
– chi nel programma mette idee per amministrare e chi, pur scrivendole, già sa che presto o tardi dovrà smentirle riducendosi alla semplice gestione del consenso.
Nel mezzo, a scegliere, ovviamente rimane l’elettore terracinese ovvero colui che è chiamato attraverso il suo voto a determinare un indirizzo amministrativo anziché un altro.
Daniele Cervelloni
Segretario PD Terracina