I partiti come taxi, la politica come strumento utile per carriere, liste civiche al servizio dell’ego di questo o quel “leader”.
La storia italiana ne è piena di esempi, non fanno eccezione le vicende locali terracinesi. Politici in cerca di autore, come i personaggi del noto dramma di Pirandello.
Non è una colpa ravvedersi, intendiamoci. Il problema è farlo secondo le convenienze, in quel badare all’insopportabile tornaconto personale.
Ma di autocritica e ravvedimento neppure l’ombra.
A lasciare sbalorditi è la disinvoltura con cui si adattano ad ogni momento politico, assolutamente certi che, in quel turbinio di posizionamenti e spostamenti, c’è sempre un pubblico pronto ad applaudire dietro ogni cambio di casacca.
Quanto sono melliflui i transfughi quando cercano di spiegare i motivi di quei loro riposizionamenti.
Mendicanti di prebende che bussano alle porte dei partiti con ammirevole pazienza: procedono da destra a sinistra con spiazzante naturalezza, e se proprio non trovano ospitalità, c’è sempre un centro politico da occupare.
“In medio stat virtus”.
Ad maiora!