Con la rinuncia da parte degli organizzatori del Terracina Book Festival all’appuntamento con Adriano Sofri, la nostra città si mostra di nuovo un luogo a scarsa vocazione culturale.
Il clima di caccia alle streghe, alimentato dalla solito modo propagandistico di fare politica, peraltro tipico di chi vuole dominare il consenso ed il pensiero attraverso la prepotenza e non con i contenuti ed il confronto, hanno generato uno degli atti peggiori che si possa immaginare, ovvero l’auto censura editoriale di una libera associazione.
Un fatto gravissimo, sconcertante, inaccettabile, pretestuoso e verso cui non si deve mostrare alcun timore reverenziale vista l’importanza del tema in gioco. Esprimo quindi la mia solidarietà agli organizzatori del TBF esortandoli da subito a proseguire il loro lavoro senza alcun timore o esitazione.
Più che la libertà di leggere ed il diritto di conoscere, oggi occorre indiscutibilmente difendere la possibilità di decidere e scegliere cosa leggere e cosa proporre in termini di contenuti culturali.
Non farlo, al contrario, vorrebbe dire esattamente non difendere la propria e l’altrui libertà piegandosi invece ad un metodo becero di condurre l’impegno politico da parte di coloro che con le proprie assolute certezze ed evidenti opportunità pensano di assoggettare il pensiero della collettività al proprio volere.
Il Pd, sul punto, farà con decisione la sua parte affinché Terracina possa fare quel passo in avanti che le è sempre mancato trasformandosi in una città dell’accoglienza e dalla spiccata vocazione pluralista e culturale.