“Alle 3:32 del 6 aprile 2009 una scossa di terremoto di magnitudo 6.3 distrusse L’Aquila e decine e decine di borghi del cratere, causando 309 vittime, oltre 1.500 feriti e 100mila sfollati. Una tragedia immane, con danni incalcolabili, che ha portato devastazione, dolore e sofferenza. In questi 14 anni si è parlato tantissimo in merito alla ricostruzione di quei luoghi ma purtroppo abbiamo assistito soprattutto a burocrazia pesantissima e a lentezza amministrativa che hanno pesantemente ritardato i lavori di rinascita delle cittadine abruzzesi. Insomma lo Stato italiano, nonostante le tante promesse istituzionali alle popolazioni colpite, non sta facendo il suo dovere, non sta facendo lo Stato. In queste ore leggiamo che il governo nazionale sottolineerebbe che la ricostruzione avrà gli stessi iter semplificativi che avrà ad esempio il Pnrr, e che quindi c’è ancora un lavoro da fare. Auspichiamo davvero che sarà così. È chiaro ed evidente, d’altronde, che serve una decisa e concreta inversione di rotta: lo chiede il popolo aquilano, lo chiedono tutti i cittadini colpiti dal devastante sisma del 2009”.
Così, in una nota stampa, Marco Matteoni, ex presidente della Confartigianato Edilizia di Roma e del Lazio, nonché tra i principali player nella riqualificazione immobiliare ed energetica.