TERREMOTO, BIANCO: SINDACI NON CE LA FANNO PIÙ, PROVVEDIMENTO
STRAORDINARIO
“È una situazione drammatica: c’è un insieme di
circostanze, da un lato il terremoto e dall’altra un’ondata di freddo e di
maltempo senza precedenti negli ultimi anni, e siamo in una condizione
drammatica. Ecco la ragione per cui faremo un Consiglio nazionale breve,
parleremo anche di questa emergenza e chiederemo a tutti, al governo, alle
regioni, al Parlamento, alle forze politiche di segnare una presenza forte. I
sindaci, in questo momento, non ce la fanno più. Ci sono comuni e frazioni
che sono senza energia elettrica, che sono in una condizione di isolamento.
È una vera e propria emergenza. Quindi chiediamo che ci sia una ordinanza di
Protezione Civile, seria, ben fatta, e chiediamo a tutti di fare la loro
parte. Adesso vedremo dal censimento dei singoli amministratori quello che
dicono. C’è naturalmente buona volontà da parte delle forze di polizia,
dell’Esercito, della Protezione Civile, dei volontari ma la condizione è
ugualmente drammatica. Con i mezzi ordinari non ce la si fa, ecco perché
chiederemo che ci sia un provvedimento straordinario”. Così il sindaco di
Catania e presidente del Consiglio nazionale dell’Anci, Enzo Bianco, prima
dell’inizio del Consiglio nazionale dell’Anci in corso in Campidoglio,
parlando dell’emergenza terremoto e maltempo.
A chi gli chiedeva che fine avessero fatto i fondi stanziati per il
terremoto, Bianco ha risposto: “Credo che siano spesi il più rapidamente
possibile, nessuno ha la bacchetta magica, ci sono voluti anni e addirittura
decenni in qualche caso di terremoto per risolvere la condizione. Certo che
oggi per noi la situazione è insostenibile. Aggiorneremo il Consiglio
nazionale dell’Anci a fine febbraio e a marzo per chiedere al governo di
adottare tutti i provvedimenti utili per aiutarci a svolgere meglio la nostra
azione.
Insieme a tutto questo oggi i sindaci sono esposti a una situazione
altrettanto pesante che è quella che riguarda la loro reputazione. Appena
c’è qualcosa che non funziona parte immediatamente un avviso di garanzia che
diventa un fatto gravissimo. Ci sono sentenze che vengono emesse sulla base
di un titolo di giornale”.
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TERREMOTO, BERTOLASO: DI NOTTE IN INCOGNITO TANTE VOLTE AD AMATRICE
“Tantissimi mi scrivono chiedendomi aiuto e non
c’è nulla di più difficile che dover essere inerme e fermo ad assistere a
questo genere di situazione. Vorrei essere l’ultimo dei volontari per dargli
una mano. Oggi siamo tutti terremotati. Sono stato tante volte ad Amatrice e
nelle zone colpite dal terremoto, ma l’ho fatto di notte, in incognito, per
non essere riconosciuto e affinché nessuno strumentalizzasse la mia
presenza”. Così, lo riferisce una nota, Guido Bertolaso, ex leader della
Protezione Civile, è intervenuto stamattina ai microfoni di Radio Cusano
Campus, l’emittente dell’Università degli Studi Niccolò Cusano, nel corso
del format ECG, condotto da Roberto Arduini e Andrea Di Ciancio.
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TERREMOTO. STORACE: PROPAGANDA SU MACERIE INVECE DI INVESTIRE RISORSE
“Monta la paura, perche’ il terremoto non
ci lascia piu’. Si avverte ormai in ogni zona del centro Italia,
persino se stai a letto per quella che dovrebbe essere una banale
influenza e ti trovi impotente di fronte ai lampadari che
oscillano. Ma sembra anche di vivere in un periodo a sisma zero,
ovvero il nulla rispetto al troppo che e’ stato promesso sapendo
di non essere in grado di mantenere proprio niente.
Approssimazione evidente; caccia alle telecamere e selfie in
drammatica quantita’; medaglie sul petto in maniera
autoreferenziale; e poi? Per carita’, si tenta di far fronte
all’emergenza; solo le banche non piangono mai, visto che
riescono a speculare persino sui fondi statali per il terremoto;
mentre la burocrazia opprime piu’ della bestia che sta nelle
viscere della terra le famiglie contro cui la natura sembra
accanirsi. Il tema grande, ignorato, colpevolmente ignorato a
questo punto, si chiama prevenzione e non si riesce a capire
perche’. È vero, ci vogliono soldi, ma quanti se ne
risparmierebbero di fronte all’enormita’ della tragedia se si
spendessero per intervenire prima e non solo dopo? Nel Lazio
abbiamo cercato di farlo capire a Zingaretti e soci con una
proposta di legge organica che punta su tre capisaldi:
prevenzione; ricostruzione; permanenza delle popolazioni nei
luoghi colpiti. Ma non c’e’ traccia di una volonta’ in tal senso.
Si sta istituendo a malapena e dopo tante urla una commissione
consiliare; che dovra’ studiare, monitorare, parlare. Perche’ poi
le proposte legislative dovranno approdare ad altri organi
ordinari, competenti per il varo delle norme… Meglio di niente,
comunque”. Lo scrive, su Il Giornale d’Italia, Francesco Storace,
segretario nazionale de La Destra.(
“Sullo stesso fronte della spesa- continua
Storace- nella legge di stabilita’ approvata recentemente, si
trova – di fronte alla necessita’ di un piano decennale che doti
tutto il territorio regionale di strutture antisismiche – la
miseria di una dozzina di milioni di euro l’anno per il triennio
2017-2019 rispetto ai sessanta annui necessari di qui al 2027.
Perche’ la filosofia e’ la stessa di sempre: si stanziano denari
solo per il pur importante sistema di protezione civile e per le
calamita’ naturali, mai per la prevenzione del rischio. Invece,
ci sono tante cose da fare. Uno degli strumenti decisivi per la
prevenzione e la riduzione del rischio sismico e’ rappresentato
dal completamento degli studi di zonazione sismica; e’ pure
fondamentale procedere all’avvio o all’ultimazione delle
verifiche sismiche degli edifici strategici rilevanti (scuole,
ospedali, caserme) nonche’ gli interventi tesi alla ricostruzione
dei comuni danneggiati dal terremoto con il risanamento delle
parti collettive (impianti, fognature, manti stradali) e le opere
di urbanizzazione (alloggi, tetti, androni, scale). E
soprattutto, c’e’ da intervenire in tutto il territorio
regionale. Bisognerebbe farlo in tutta Italia; ma ai vertici
delle istituzioni, sia nazionali che regionali, sembrano tutti
presi dalla corsa della buona volonta’. Per carita’- conclude
Storace- esercizio utilissimo al lavacro delle coscienze, ma non
al finire delle lacrime che si rinnovano ad ogni scossa con la
paura che non finisce”.