Doppia audizione nel pomeriggio in VIII commissione del Consiglio regionale, di cui è presidente da Mario Ciarla (Pd), sulla proposta di legge per il testo unico del commercio del Lazio. Ad essere ascoltati prima gli esercizi pubblici, con i rappresentanti delle sigle Fipe (Confcommercio) e Fiepet (Confesercenti). Annunciata la presentazione di un documento unitario. Quindi, per la vendita al dettaglio di prodotti erboristici, sono intervenuti la Federazione erboristi italiani – Confcommercio e la Unerbe – Confesercenti. L’impianto del capo VII, che li riguarda, è stato ritenuto da questi ultimi soddisfacente. Hanno partecipato, in momenti diversi, alle due sedute i consiglieri Daniela Bianchi (Pd), Silvia Blasi (M5s), Silvana Denicolò (M5s) e Rodolfo Lena (Pd).
Le osservazioni degli esercizi pubblici. I rappresentanti dei pubblici esercizi hanno chiesto di intervenire su una norma regolamentare del Comune di Roma risalente agli anni ’30. Si tratta della disposizione che li obbliga a permettere l’uso dei bagni dei loro locali anche a “non clienti”. Ulteriori criticità segnalate: la facilità con cui possono essere aperti distributori automatici e l’assenza di requisiti professionali per il cosiddetto “esercizio temporaneo”, vale a dire quello consentito in occasione di feste, fiere e sagre. Chiesto di chiarire la distinzione tra pubblico esercizio ed esercizio di vicinato.
Gli erboristi: “Il testo tutela i consumatori”. Sottolineato dai rappresentanti delle erboristerie che la norma si pone a tutela dei consumatori. Non vengono mutate le condizioni attuali, ma la proposta di testo unico – a loro giudizio – definisce meglio una serie di aspetti che fanno chiarezza, come nel caso di erboristerie che possono miscelare le erbe e quelle che invece vendono prodotti confezionati. Chiesta infine una modifica all’articolo che disciplina la denominazione “erboristeria professionale“, escludendo che possa essere usata per reparti di esercizi di vendita concessi in gestione.