“In merito al caso del generale Vannacci ed in particolare sulla vicenda delle parole contenute nel libro scritto dall’ufficiale dell’Esercito, intendo sposare la linea dell’on.Giovanni Donzelli. Il nostro esponente nazionale ha centrato alla perfezione il problema. ‘In un mondo libero si scrive ciò che si pensa’ e credo sia sacrosanto sottolinearlo sempre. Dev’essere consentito in un libro, scrivere le proprie idee, legate a profondi principi cristiani. Ogni libertà garantita dalla Costituzione non può essere censurata. Il pensiero progressista non può autoritariamente mortificare e spegnere il pensiero conservatore. Contribuisci a una società libera e aperta se difendi la possibilità di parlare anche di chi dice cose per te detestabili. Manca purtroppo la cultura liberale in questa sinistra. Sveliamo un segreto agli illiberali di ogni tipo: se attacchi o difendi solo in base alla condivisione nel merito, sei in una logica di guerra per bande. Altro che libertà.
L’Esercito, che ha delle giuste regole stringenti, anche su sollecitazione del ministro Crosetto, ha fatto partire un esame disciplinare. Lasciamo che la questione venga decisa all’interno dell’ordine militare.
Vorrei ricordare un altro particolare. A pensare che i ‘gay fossero inadatti per l’Esercito’, al punto da destinarli ad altri incarichi, è stato se non vado errato, un altro generale, che il Pd non solo non ha crocifisso in piazza ma ha addirittura promosso in Parlamento. Fu Walter Veltroni nel 2008 a volerlo prima capolista al Senato nella lista Pd e poi in commissione Difesa. Eppure la sinistra non si scandalizzò, non chiese la destituzione dell’ufficiale. Anzi, lo premiò con un seggio in Parlamento. Dunque, cambiano i tempi, ma la sinistra dimostra di avere sempre la memoria corta.
Peraltro, ci tengo a precisare che io sono da sempre un tradizionalista. Sono per una famiglia formata da un uomo ed una donna. E non posso essere certo annoverato tra quelli che la sinistra chiama ‘nostalgici’. Chi conosce la mia storia sa che sono un ex democristiano, che ha deciso di aderire a Fratelli d’Italia dal momento in cui la nostra leader e premier, Giorgia Meloni, ha aperto il partito al centro, durante la festa di Atreju del 2017. Su queste posizioni c’è identità di vedute dentro FdI, che vuole essere un partito conservatore, moderno, ma con forti radici tradizionaliste e cristiane”.
Lo dichiara in una nota Enrico Tiero, presidente della commissione Sviluppo economico e Attività produttive del Consiglio regionale del Lazio