Nel maggio del 2012, tra i primi, ponemmo la questione della chiusura del tribunale di Gaeta, quando denunciammo gli effetti della proposta di legge del 14 settembre 2010, presentata dal deputato Versace, ossia la soppressione delle sezioni distaccate dei tribunali, tra cui quella di Gaeta. Il tempo è passato, sono cambiati tre capi di governo (Berlusconi, Monti e Letta), gli ultimi due sostenuti da PD- PDL-UDC, e ciò che temevamo si è avverato.
Alla fine la chiusura è diventato oggetto di discussione politica. Come in processione, tutti sono intervenuti al capezzale del morto, finanche l’arcivescovo di Gaeta, che non si è sottratto dal perorare la causa degli avvocati che hanno occupato la sede giudiziaria. Al suo fianco anche alcuni dei sindaci dei comuni del comprensorio pontino, assieme a molti esponenti politici che vanno per la maggiore. Molti di questi hanno la stessa casacca dei partiti che in parlamento hanno deciso la chiusura della sezione di Gaeta.
Il sospetto che le manifestazioni siano un’occasione per la solita passarella di chi si finge interessato solo per occupare la ribalta mediatica, sull’adagio del “mi costerno, mi indigno, m’impegno, poi getto la spugna con gran dignità”, è più che fondato; considerato come al principio di questa triste vicenda, sarebbe bastato chiamare i propri referenti in parlamento, come hanno fatto a Cassino, per bloccare un operazione che oggi crediamo sia impossibile bloccare, visto il trasferimento degli archivi delle cancellerie.
La difesa del presidio giudiziario ed i danni che subirà la nostra comunità è altra cosa rispetto allo spettacolo che la politica da per auto assolversi. D’altronde quando mai i politici di queste parti hanno difeso i nostri interessi? Al contrario, hanno collezionato un lungo elenco di guai tra cui, per rimanere in ambito di legalità, ricordiamo l’assenza di risposte forti alle infiltrazioni camorristiche avvenute agli inizi degli anni ’80; che hanno annesso il nostro territorio alla «provincia di Casale», come ha sottolineato Carmine Schiavone, ex-boss dei casalesi.
Solo un tonto può pensare che “l’annessione alla provincia di Casale” sia avvenuta senza il consenso di chi in quegli anni dominava politicamente la nostra provincia, regalando, tra l’altro, a man bassa, posti di lavoro ai propri amici e parenti e ovviamente alla faccia degli onesti cittadini pontini, ponendo le basi di quella crisi economica nel nome del quale oggi si chiude la nostra sede giudiziaria. Ed ecco allora che la chiusura della sezione distaccata di Gaeta, insieme a quella di Terracina, è la dimostrazione evidente dei danni della mala-politica dei nostri caporioni che tutto divora, fingendo di fare gli interessi della collettiva per occuparsi, invece, del proprio tornaconto personale.
Quando, invece, la politica avrebbe dovuto chiedere il rafforzamento del tribunale, sia in fatto di personale che di strumenti, per velocizzare lo smaltimento del carico di lavoro pendente.
I partiti, invece di attuare un preciso programma politico, figlio di un’idea di società e del mondo, negli anni sono diventati macchine di potere e clientela. “I partiti hanno occupato gli enti locali, gli enti di previdenza, le banche, le aziende pubbliche, gli istituti culturali, gli ospedali, le università, la Rai tv, alcuni grandi giornali (…).Il risultato è drammatico”. Parole pesanti come pietre, quelle dell’intervista rilasciata da Enrico Berlinguer, allora segretario del PCI a Eugenio Scalfari nel luglio del 1981, ma che hanno anticipato, quella che è stata la degenerazione della politica dei giorni nostri, di cui subiamo gli effetti.
C’è un paese che si regge sull’illecito, dove i diritti dei cittadini, tra cui quello di poter contare su un sistema giudiziario efficiente, sono negati.
Perché non è stato possibile renderlo più efficiente il tribunale di Gaeta, invece di chiuderlo? Queste sono le riposte che pretendono i cittadini, il resto è un’inutile chiacchiericcio da lasciare ad una classe politica che ha fatto il suo tempo, celebrando se stessa.
Agli avvocati, che in questo momento stanno lottando per difendere il Tribunale, se hanno intenzione di fare ancora qualcosa di veramente clamoroso, consigliamo di buttare fuori dal tribunale i politici che oggi, senza alcuna vergogna, offrono quel servizio che avrebbero dovuto fare un anno fa, dando prova del loro fallimento e della loro ipocrisia.
Gennaro Varriale
segretario del circolo “ENZO SIMEONE”
partito della Rifondazione Comunista
Formia