lunedì 25 Novembre 2024,

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“Tutto Italicum”

scritto da Redazione
“Tutto Italicum”

Roberto Calderoli, vice Presidente del Senato, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

Sulla querelle legata alla legge elettorale. “La mia proposta era di una legge identica a quella delle elezioni regionali, con le preferenze visto che ai cittadini piace quel modello –ha affermato Calderoli-. Poi per volontà di Berlusconi, di Fini e di Ciampi hanno stravolto la mia legge. Ma i successivi 4 presidenti del Consiglio che si sono susseguiti non hanno avuto il coraggio di cambiarla. Piaceva a tutti, solo che non potevano ammetterlo. Un vecchio ministro del Pd, che è un esimio professore nel settore del diritto, mi ha detto che ha passato anni a contrastare la mia riforma costituzionale e la mia legge elettorale, ma che in realtà erano molto meglio di quelle di Renzi. Non dico il nome di questa persona altrimenti Renzi lo decapita subito”.

“Storicamente la parte che scrive la legge elettorale fa in modo che alle elezioni successive vinca l’altra parte –ha sottolineato Calderoli-. Era già scritto che avrebbe preso un boomerang in faccia il governo. Il Porcellum fu dichiarato incostituzionale per l’irragionevolezza del premio di maggioranza, lo stesso difetto è addirittura maggiore nell’Italicum. Il lavoro sporco Renzi lo farà fare alla Corte Costituzionale. Dopo che la Consulta l’avrà bocciata, qualcuno dovrà occuparsi di modificarla. Si potrebbe tornare alle coalizioni, ma legge porcata è e porcata resta. In quel caso l’unico che la prende in quel posto è Grillo, che infatti adesso dice che non la vuole cambiare. Il modello del ballottaggio in tutto il resto del mondo viene usato per eleggere una carica monocratica, non un organo collegiale come in Parlamento”.

Scenari futuri del centrodestra. “Dobbiamo iniziare a lavorare su un programma –ha affermato Calderoli-. A me la somma dei singoli partiti interessa poco o niente, mi interessa sapere cosa andremo a fare una volta che saremo al governo. Basta col modello A+B+C. Esperimento Parisi? Le realtà amministrative sono completamente diverse rispetto al nazionale. Parisi ha perso per pochissimo, ha ottenuto un buon risultato. Per il governo nazionale credo che ci voglia un politico, perché i tecnici che abbiamo avuto hanno fatto dei disastri”.

Il crollo dell’ultimo governo Berlusconi e l’arrivo di Monti. “Era stato tutto pianificato –ha spiegato Calderoli-. Gli attacchi della Germania, l’immissione dei titoli con lo spread, i ricatti alle aziende di Berlusconi, la nomina di Monti a senatore a vita e Napolitano che ha fatto tutto da solo dando il governo prima a Monti, poi a Letta, poi a Renzi. Altro che presidenzialismo, è una monarchia”.

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Danilo Toninelli, deputato del M5S e membro della Commissione Affari costituzionali alla Camera, è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

In merito all’Italicum. “Noi siamo disposti a perdere pur di far vincere una buona legge elettorale –ha affermato Toninelli-. Di legge elettorale i cittadini non mangiano, ma è comunque la strada che porta i cittadini ad eleggere il parlamento. Con l’Italicum oggi possiamo vincere, anche se chi l’ha scritta ha detto chiaramente che era stata pensata per non far vincere il M5S. Loro hanno continuato a fare leggi pessime, disinteressandosi dei cittadini e le cose ora sono cambiate, i cittadini hanno piano piano iniziato a conoscerci e a non votare più loro. Questa legge ci può far vincere, ma non ci interessa vincere con una pessima legge elettorale. Se noi vincessimo le elezioni l’anno prossimo, il Senato sarebbe comunque per la maggior parte del centrosinistra. Non ci sono preferenze, comanda il capo partito, si accresce il leaderismo anche nelle candidature. Se tu metti il ballottaggio vuol dire che due persone, che non sono due sindaci, si contendono la vittoria e poi chi vince si porta dietro più di 300 parlamentari che non rispondono ai cittadini ma al loro capo che li ha portati lì. Questo significa che i cittadini non contano più nulla e si allontaneranno ancora di più dalla politica. Noi abbiamo ideato una legge che è all’opposto. Vogliamo che gli eletti dipendano dai cittadini, da chi gli ha dato i voti”.

“E’ da più di 3 anni che siamo in Parlamento –ha aggiunto Toninelli-. In questi anni la maggioranza ha fatto 13 provvedimenti a favore delle banche, 5 che riguardano i partiti, altri che riguardano le lobby. Noi ci siamo stancati di parlare di questi argomenti. Queste cose fanno incazzare la gente. Non capiscono che se vanno avanti così ce lo stanno cucendo il tappeto rosso verso il governo, indipendentemente dalla legge elettorale. Noi abbiamo fatto quello che avevamo promesso prima di entrare in Parlamento”.

Su Roma e la giunta Raggi. “Se passa una settimana in più del previsto non mi sembra una tragedia, dopo quello che è successo a Roma in questi anni –ha spiegato Toninelli-. Possiamo commettere degli errori, sicuramente li commetteremo, ma saranno in buona fede. Credo sia giusto collaborare con tutti, ma soprattutto con i cittadini. Quando diciamo ai cittadini di aiutarci a governare lo diciamo con serietà, così come diciamo alle altre forze politiche di recuperare credibilità e di darci una mano”.

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Walter Verini, deputato del Pd e membro della Commissione Giustizia della Camera, è intervenuta ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano ( www.unicusano.it ).

In merito alle polemiche sulla legge elettorale. “C’è un problema generale –ha spiegato Verini-. Delle leggi elettorali bisognerebbe discutere all’inizio della legislatura per fare in modo che durino nel tempo, possibilmente condividendo il più possibile con gli altri schieramenti. Questo perché, più si avvicinano le elezioni, più la legge elettorale viene sezionata sulla base dell’orientamento dei sondaggi. Nei recenti ballottaggi, nei quali il M5S ha espugnato grandi città, si è verificato un meccanismo: al secondo turno molti elettori di destra sono andati a votare 5 stelle, contro il Pd, contro Renzi, contro il candidato di quella o quell’altra città. Una legge come l’Italicum, considerata per un sistema bipolare, può avere delle picche perché ormai il nostro sistema è tripolare. Questa legge elettorale ha però un pregio: la sera dello spoglio elettorale, il Paese sa chi governa. Io sarei per non toccare questo aspetto fondamentale della legge che è quello del premio di maggioranza. Il Pd non ha chiesto di cambiare le regole del gioco. Ci sono settori del Pd e partiti di maggioranza e opposizione che si stanno interrogando su questo. Ma il Pd in quanto tale ritiene che questa legge non dovrebbe essere toccata, come ha detto Delrio. Sarebbe un errore cambiare l’aspetto principale della legge solo per quello che dicono i sondaggi. Ci sono poi altri aspetti della legge, meno evidenti, che potrebbero essere modificati, come ad esempio quello delle preferenze. Si discuterà nel partito, ma allo stato attuale la posizione del Pd è che la legge è questa e non sarebbe ragionevole cambiarla. Il voto di protesta si sconfigge con la politica, dando risposte ai cittadini”.

Raggi e la giunta. “Avendo Virginia Raggi preso quasi il 70% dei voti è evidente che non si può catalogare questa percentuale come voto populista di protesta –ha affermato Verini-. Però a Roma vedo che la Raggi sta annaspando, ma avendo Il punto è che io temo che per i 5 stelle la prova del governo sarà molto complicata. Al tempo stesso vedo difficoltà del Pd romano a fare posizione. Rischiamo di trovarci a Roma con una giunta che non sa governare e un’opposizione che non sa fare l’opposizione. Su alcune grandi questioni mi auguro che si cammini insieme, che ci sia una collaborazione, nel rispetto dei ruoli. Vedo che stanno già annaspando per nominare la giunta, per via delle varie correnti interne. Sono dinamiche da vecchia politica, è facile fare i populisti quando non si governa”.

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Il Prof. Nicola Piepoli, Presidente dell’Istituto Piepoli (leader nel campo delle ricerche di marketing e di opinione), è intervenuto ai microfoni della trasmissione “Ho scelto Cusano”, condotta da Gianluca Fabi e Livia Ventimiglia Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano (www.unicusano.it).

I sondaggi per il governo del Paese. “Non ci risulta un sorpasso del m5S al Pd –ha affermato Piepoli-. Ci risulta che il M5S sta avanzando, ma non è un’avanzata travolgente. Per raggiungere il Pd gli occorrono 24 mesi. Tra 24 mesi, che per un sondaggista è un tempo normale, il sorpasso potrebbe avvenire se si conferma. Al momento i 5 stelle sono al 27-28%, mentre il Pd intorno al 32%. In lieve aumento il M5S, in lieve ribasso il Pd”.

 I leader. “Qui si parla di fiducia personale nei leader –ha spiegato Piepoli-. Al momento la fiducia in Di Maio è sensibilmente superiore rispetto a quella in Renzi. Il sorpasso è avvenuto 4 mesi fa. Sono comunque entrambi sopra al 30%, quindi in una zona di sicurezza in termini di immaginario collettivo. Di Maio viene percepito come un cittadino normale, che va a fare la spesa al supermercato come ospite pagante. Che io sappia nel supermercato dove vi va lo si vede da solo e lo si vede che paga. E’ una cosa normale, ma non tutti la fanno”.

 

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