Anche gli artigiani non iscritti al Fondo di solidarietà bilaterale dell’artigianato (FSBA) potranno ottenere la Cig. Il Tar del Lazio ha infatti sospeso la procedura di iscrizione al fondo e obbligato FSBA a predisporre una semplice richiesta per ottenere l’integrazione salariale senza assunzione di un vincolo contributivo. Dunque per gli artigiani c’è finalmente la possibilità di accedere alla cassa integrazione Covid-19 senza nessun obbligo nei confronti del Fondo bilaterale. Un successo per l’intero comparto e per le confederazioni come l’Unione Artigiani Italiani che si sono battute sin dal primo istante. La UAI ha chiesto a più riprese un intervento risolutore del Governo appellandosi a tutte le forze politiche nazionali e regionali, appelli rimasti inascoltati fino all’intervento di un tribunale: “E’ stato un singolo artigiano siciliano – sottolinea il Presidente UAI Gabriele Tullio – grazie all’ottimo lavoro dei propri legali, a scrivere la parola fine su questa oscura vicenda che ha visto coinvolte, loro malgrado, migliaia di imprese e lavoratori. A nulla sono servite le lettere al Governo inviate dall’Unione Artigiani Italiani come a nulla sono serviti gli interventi delle altre associazioni di categoria e dell’Ordine dei Consulenti del Lavoro. Nessuna risposta è mai pervenuta ma, nonostante questo, la nostra organizzazione non ha arretrato di un millimetro sulle posizioni assunte a difesa degli artigiani”. La battaglia per la tutela dei diritti delle imprese artigiane sarà ancora lunga e difficile, la UAI ne è cosciente e ribadisce, con forza, la propria posizione: “Gli artigiani devono poter accedere alla CIG in deroga quale unico strumento di tutela per i propri lavoratori e neppure il passaggio per la domanda attraverso il Fondo dovrà essere consentito. Il Governo dovrà anche spiegarci come sia possibile che milioni di euro di soldi pubblici siano potuti arrivare nelle casse di un ente privato, lasciando ad esso di decidere graduatorie e modalità di erogazione delle prestazioni”. Dal Presidente Tullio arriva poi una stoccata a qualche sindacato che in questi giorni ha additato gli artigiani come imprenditori “irregolari” che avrebbero dovuto mettersi in regola: “Da parte loro affermazioni gravi e lesive della reputazione dell’intero comparto economico. Parlare di artigiani irrispettosi delle leggi che vorrebbero la legittimazione dei “furbi” fa male perché, queste parole, arrivano da chi dovrebbe occuparsi di difendere i diritti dei lavoratori. La UAI andrà avanti per la propria strada senza lasciarsi intimidire”.